Zimbabwe, situazione critica. Oltre 2 milioni di persone rischiano di morire di fame

A rescued man is seen carried on a stretcher bed by friends on March 18, 2019, in Ngangu township, Chimanimani, eastern Zimbabwe, after the area was hit by the cyclone Idai. - A cyclone that ripped across Mozambique and Zimbabwe has killed at least 162 people with scores more missing. Cyclone Idai tore into the centre of Mozambique on the night of March 14 before barreling on to neighbouring Zimbabwe, bringing flash floods and ferocious winds, and washing away roads and houses. (Photo by Zinyange AUNTONY / AFP)


HARARE – Una situazione assolutamente drammatica. La necessità di aiuti umanitari che coinvolge la maggior parte della popolazione. In Zimbabwe i numeri iniziano a fare davvero paura. Sono circa cinque milioni. Questo il numero di abitanti che, secondo Wfp, il Programma alimentare mondiale, ha bisogno praticamente di tutto.

La gravità della situazione in Zimbabwe 

Aiuti di ogni genere, mancanze che vanno dall’acqua ad ogni tipo di cibo, anche quello più elementare. Un allarme lanciato nei giorni scorsi, una raccolta fondi necessaria per poter evitare un epilogo che avrebbe il sapore di una catastrofe. Servono circa 300 milioni di euro, un’enormità che però il mondo intero potrebbe senza dubbio affrontare. Ecco allora una raccolta fondi, un aiuto concreto per lo Zimbabwe la cui situazione è davvero gravissima. A chiarire ogni dato è proprio il capo del Wfp David Beasley, per il quale quasi 2 milioni e mezzo di persone sono prossime a morire di fame. Serve una mano, concreta. Manca l’acqua ormai da mesi, i prezzo del cibo sono aumentati vertiginosamente per la mancanza dello stesso. 

Migliaia le persone senza casa 

A tutto questo va aggiunto l’arrivo recente del ciclone Idai che ha spazzato via un numero incredibile di case lasciando migliaia di persone per strada. La siccità è diventata ‘disastro nazionale’. Lo ha detto il presidente Emmerson Mnangagwa sottolineando come quello della mancanza di acqua per i terreni e per il clima stesso sia naturalmente il problema più grande. Una situazione difficile da immaginare. La certezza è che la tensione inizia ad essere insopportabile. Migliaia di persone sono scese in strada in segno di protesta venendo accolti con inaudita violenza dalle forze dell’ordine. Alla base delle rimostranze soprattutto il taglio dell’energia elettrica che, in alcuni casi, arriva a provocare veri e propri blackout anche di intere giornate. Quel che sta accadendo sarebbe da imputare, secondo i rimostranti, al presidente Mnangagwa, reo, a quanto pare, di non aver mantenuto le promesse fatte in sede di campagna elettorale. 

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