ROMA – Il Partito democratico sente odore di crisi di governo e prende le contromisure. Il neosegretario, Nicola Zingaretti, non permetterà un revival del 2011, con il Nazareno pronto ad appoggiare un esecutivo tecnico, come quello di Mario Monti. L’ipotesi da scartare è che si mettano le mani nelle tasche degli italiani con un manovra lacrime e sangue.
Necessario tornare alle urne? “Penso di sì. C’è un governo parlamentare, una maggioranza che non è unita su nulla e l’Italia sta pagando un prezzo enorme” taglia corto.
Il governatore del Lazio affila le armi
Zingaretti non vuole farsi trovare impreparato e sta lavorando già a una coalizione allargata che possa affrontare il voto anticipato. Intanto la prossima settimana sono in programma alcuni incontri importati tra cui quello con Carlo Calenda che proprio su Twitter ha lanciato l’invito al segretario dem: “Si avvicinano le elezioni nazionali, quelle europee sono dietro l’angolo. Umile suggerimento: facciamo subito un incontro con Della Vedova, Pizzarotti e Volt Italia per decidere insieme come presentarci? Lunedì?“, propone.
Il faccia a faccia dovrebbe tenersi la prossima settimana, molto probabilmente mercoledì, confermano fonti vicine al governatore.
“Io continuo a pensare che occorra andare avanti su un impegno unitario” conferma il numero uno del Pd, per questo annuncia che, nella girandola di incontri, “martedì mattina vedrò formalmente anche +Europa perché, ripeto, c’è un lavoro unitario che va portato avanti“.
L’obiettivo principale saranno ovviamente le Europee di maggio, ma anche le amministrative di aprile in Sicilia e di maggio in Piemonte, dove Zingaretti ha già blindato l’attuale presidente, Sergio Chiamparino.
Sul capitolo Tav e governo, invece, poche parole e taglienti
“Siamo nella dimensione del surreale. Ogni volta c’è una questione per nascondere che il governo tiene in ostaggio l’Italia. Il Paese di andare avanti: credo che siamo nel tempo della irresponsabilità“.
(LaPresse)