Zingaretti: “Ha ragione Mattarella, i beni comuni sono una ricchezza”

- "Per evitare la desertificazione sociale delle nostre città occorre riconoscere la ricchezza prodotta dalle reti di cittadini attivi che si prendono cura di beni comuni".

Foto Roberto Monaldo / LaPresse

ROMA – “Per evitare la desertificazione sociale delle nostre città occorre riconoscere la ricchezza prodotta dalle reti di cittadini attivi che si prendono cura di beni comuni. Vale per Roma, ma vale per l’intero Paese. Lo ha ricordato con grande chiarezza, proprio oggi, il presidente Mattarella: preoccuparsi del bene comune non è ‘buonismo’, ma un’azione meritoria di solidarietà che porta progresso nel Paese”. Lo scrive il segretario Pd e presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. “Con la Regione Lazio proponiamo un modello innovativo d’intervento. Poco più di un anno fa, di fronte al rischio chiusura di uno storico presidio per la libertà e l’autonomia femminile come la Casa Internazionale delle Donne a Trastevere, abbiamo deciso di agire, mettendo a disposizione fondi regionali per salvare quell’esperienza così viva e così importante per la città – aggiunge – Ci siamo mossi perché crediamo che chi offre servizi gratuiti di accoglienza, protezione e affiancamento alle persone, se lo fa in un immobile pubblico, non può essere trattato semplicemente come un ‘inquilino’. Non è possibile che l’unico elemento di valutazione per gestire la relazione tra l’amministrazione e queste realtà meritorie sia un canone di locazione. Abbiamo chiesto allora a un organismo scientificamente autorevole come l’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) di elaborare per noi una ‘Metodologia per la quantificazione del valore economico delle attività svolte dalle associazioni no profit’ da impiegare in quei casi nei quali tali attività siano svolte in spazi di proprietà pubblica.

I benefici

“Grazie a questa nuova metodologia, oggi possiamo finalmente valutare il valore figurativo del costo del lavoro – spiega Zingaretti – non più solo il “salario ombra”, ma l’intero spettro delle retribuzioni in base ai contratti collettivi nazionali o alle tariffe professionali. Siamo in grado di pesare i costi delle materie prime e per i beni di consumo (rimborsi spese, acquisti durevoli e non durevoli, spese di manutenzione) e i costi amministrativi e gestionali. Alla somma di tali costi, vengono quindi sottratti eventuali ricavi ottenuti da vendite o prestazioni, sussidi, finanziamenti e contributi vari.

Lavoreremo nelle prossime settimane per sperimentare questo strumento innovativo in tante realtà del Lazio che ce lo chiederanno, e lo metteremo a disposizione di tutti gli enti pubblici che vorranno ricorrere ad una robusta metodologia statistica per migliorare le relazioni con le molte presenze di animazione sociale e culturale che operano sul territorio. L’auspicio è che questo strumento aiuti anche nel mantenimento di esperienze straordinarie, come Lucha y Siesta che opera nel quartiere Tuscolano di Roma nel contrasto alla violenza di genere.

Uno spreco di risorse

La nostra è una scelta di campo. In questi anni molti spazi comuni sono stati chiusi o messi a rischio da ruspe, e da un uso idolatra del bando pubblico che disconosce valori e storie unici nei territori. Noi remiamo in senso contrario, amministrando con rigore le nostre risorse e il nostro patrimonio, quindi restituendo ai cittadini nella Capitale e in tutta la regione decine di spazi e tutelando le migliori esperienze esistenti. Rivendichiamo il diritto della politica di fare delle scelte e difendere l’attività di donne e uomini che si occupano di fragilità, di solidarietà e di cultura. Perché quello che fanno questi nuclei volontari di socialità, gratuitamente e con un lavoro silenzioso e generoso, crea ricchezza, sicurezza e benessere. Per tutti.

Ora, con la metodologia messa a disposizione da l’ASviS, abbiamo un mezzo in più per agire e per affermare il principio che il patrimonio pubblico, se messo in buone mani, è una leva fondamentale per rendere le nostre città più belle, più vive e più civili”, conclude Zingaretti.

LaPresse

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