Roma – Il dialogo non è interrotto, per dirla con le parole di Pierre Moscovici. Ma “a un certo punto la situazione dovrà essere risolta”, fa notare il commissario Ue agli Affari Economici.
Il premier spera ancora di riuscire a convincere l’Europa a non sanzionare l’Italia
“Sentirò Juncker a inizio settimana e fisseremo un incontro“, assicura. Ma al momento nell’agenda del presidente della commissione non c’è nulla e i tempi sono strettissimi, visto che il giudizio sulla manovra italiana – e su quella degli altri Stati membri – arriverà il 21 novembre.
Già mercoledì prossimo, dunque, potrebbe aprirsi la procedura di infrazione che, come non mancano di sottolineare negli ambienti governativi, durerebbe mesi e andrebbe inevitabilmente a ripercuotersi sulla campagna elettorale delle prossime europee.
Un punto su cui Matteo Salvini non manca di insistere
“Vogliono sanzionarci, ma questo finirà per essere un danno più per la Ue che per noi. Sono dei pazzi se davvero aprono contro il nostro Paese la procedura d’infrazione. Insorgerebbero 60 milioni di italiani“.
“Noi ce la stiamo mettendo tutta per evitare le sanzioni – ragiona il vicepremier – Loro dovranno usare la ragionevolezza e non il pregiudizio“.
A pesare sulle decisioni di Bruxelles c’è la presa di posizione, a sfavore dell’Italia, di paesi come Olanda, Austria, Francia, ma anche gli ammonimenti del governatore della Bce Mario Draghi.
Senza mai citare l’Italia, il presidente della Banca centrale ha sottolineato che l’aumento degli spread sia per lo più stato causato da “shock prodotti autonomamente mettendo in discussione le regole dell’architettura dell’Unione economica e monetaria“. E che per proteggere famiglie e aziende “le nazioni ad alto debito non dovrebbero aumentare ulteriormente il debito e tutte le nazioni dovrebbero rispettare le regole dell’Unione“.
A rispondergli è Luigi Di Maio che si dice d’accordo
“Le preoccupazioni di Draghi sono le nostre, con questa manovra il debito calerà. Abbiamo lo stesso obiettivo che portiamo avanti con una ricetta diversa“, assicura.
Ricetta spiegata nel rapporto sui fattori rilevanti inviato a Bruxelles insieme al Dpb
“I rischi per le finanze pubbliche sono limitati e la posizione finanziaria dell’Italia è forte“, assicura il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, spiegando che l’ ulteriore restringimento fiscale – del valore di 0,6% del Pil- che sarebbe causato dal rispetto “rigoroso” delle raccomandazioni europee, rischierebbe di aggravare il rallentamento in corso del Pil italiano.
Il Parlamento si prepara a dibattere sulla manovra
La commissione Bilancio della Camera sta organizzando i circa 3.500 emendamenti dei gruppi, 450 dei quali provengono dalla maggioranza, su cui il voto dovrebbe iniziare a metà della prossima settimana.
Salvini si mostra perplesso sulla ‘sugar tax’ lanciata dal M5s
“Non ne abbiamo parlato, c’era su tutti i giornali ma non al nostro tavolo”, Lega e pentastellati lanciano una serie di proposte come l’abolizione degli studi di settore, degli indici sintetici di affidabilità fiscale e dei parametri.
Su tutto vigila il Colle
Mattarella segue con apprensione il braccio di ferro tra il governo e Bruxelles. Dal palazzo del Quirinale trapela che le previsioni giornalistiche che riguardano le decisioni del Presidente della Repubblica – giovedì i quotidiani ipotizzavano che Mattarella potesse rifiutarsi di firmare la manovra – sono arbitrarie.
Ma il capo di Stato ha più volte ribadito la sua ferma convinzione nell’appartenenza all’Unione, pur sostenendo che “non può essere “semplice unione doganale, una sorta di comitato d’affari”.