Governo, scintille Salvini-Di Maio. M5S avverte: Così crea tensioni

in foto Luigi Di Maio e Matteo Salvini

Roma – Un vero e proprio cortocircuito nel governo, che arriva a sfiorare la crisi. I nervi sono tesissimi, le ‘stilettate’ tra le due anime dell’esecutivo, quella gialla e quella verde, vengono piazzate a occhi bendati.

La pietra dello scandalo è sempre la questione dei termovalorizzatori 

In realtà, la materia del contendere è il carcere per gli evasori, una norma che la Lega ha preteso fosse cancellata nel decreto fiscale insieme al condono. Norma, invece, cara ai pentastellati che rischia di far saltare il banco.

Tutti i dossier aperti sul tavolo di palazzo Chigi

Entrano nel calderone dei terreni di scontro: dal dl fisco al ddl anticorruzione, dal condono al carcere per gli evasori, fino alla nuova normativa sulla trasparenza dei finanziamenti ai partiti.

Il caos, che non fa bene a una Italia attenzionata dai mercati, costringe il premier Giuseppe Conte ad intervenire con una conferenza stampa improvvisata in piazza Colonna.

Lunedì saremo nella Terra dei fuochi, affronteremo il problema in modo organico e ne avrete di nuove

Il premier assicura lanciando la conferenza stampa che dovrebbe riunire attorno allo stesso tavolo, a Caserta, Luigi Di Maio, Matteo Salvini e il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. La pacificazione, che il presidente del Consiglio intende trasmettere, però non serve a sedare gli animi.

Il leader della Lega tiene ancora accesa la miccia

In Lombardia ci sono ben tredici termovalorizzatori che non inquinano ma producono energia e ricchezza: chi dice sempre e solo deiNoprovoca roghi tossici e malattie“.

Il botta e risposta è scontato

Di Maio che accusa il vicepremier lumbard “di creare tensioni nel  governo“. “Sono veramente dispiaciuto di questa polemica che, tra l’altro – dice – si fonda sul tema degli inceneritori che, non essendo nel Contratto di governo, non si pone“.

Tra i i due litiganti si insinua il dito di Roberto Fico

Vi assicuro che in questa regione non si farà neanche un inceneritore. E’ uno schiaffo forte a Napoli e alla Campania arrivare qui e dire che ci vuole un inceneritore a provincia dopo le lotte che sono state fatte“.

E non è tutto:”Un ministro dell’Interno non arriva qui a dire al sindaco di Napoli che i rifiuti se li mangia, perché è il primo cittadino della capitale del sud.E non definisce ‘quattro scemi’ gli attivisti dei centri sociali, che in questa città hanno fatto anche un lavoro sociale importante“.

A fargli eco il ministro Costa

Inceneritori cattedrali del fuoco, non li vogliamo, nulla da bruciare se rifiuto diventa prodotto. Quando il rifiuto viene bruciato, lo stato ha fallito“.

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