NAPOLI – Le mire di Valencia, Real Madrid e Barcellona sui sogni e le speranze dei bambini e dei genitori di Napoli e provincia. La nuova invasione spagnola non fa altro che aumentare la confusione che c’è nel calcio giovanile a livello provinciale e regionale. In tutto questo il club di Aurelio De Laurentiis è vittima e carnefice. E’ vittima, perché i metodi di lavoro e il brand delle spagnole sono molto più appetibili. Però il Napoli ha anche le sue responsabilità.
Le difficoltà del Napoli
Grazie al lavoro di Gianluca Grava, gli azzurri sono molto più presenti sul territorio rispetto al passato. Ma il Napoli continua a investire poco. Il discorso riguarda il denaro, perché De Laurentiis non ha ancora acquistato strutture per la crescita dei talenti a ‘chilometro zero’. E il tempo, visto che gli azzurri continuano a rispedire al mittente una miriade di ragazzi tenuti in prova al massimo per un anno soltanto. Nel frattempo aumenta la minaccia straniera. A Volla, in uno dei Comuni più piccoli della provincia di Napoli, c’è la Sporting Volla, affiliata al Valencia. E c’è la Micri, scuola calcio che collabora con il Barcellona.
Costi alti per iscrivere i bambini ai camp
I blaugrana hanno già organizzato due camp. Uno a luglio e l’altro a inizio novembre. Per iscrivere i bambini a una 5 giorni di full immersion delle metodologie di lavoro spagnole, i genitori sono costretti a pagare 550 euro a bambino. La maggior parte degli incassi va al club che organizza il camp. Le scuole calcio o le altre associazioni che collaborano mettendo a disposizione le strutture, percepiscono una percentuale. Il Real Madrid, primo club spagnolo a organizzare un camp a Napoli e provincia, ad esempio riconosceva alle scuole calcio 10 euro a bambino al raggiungimento del 64esimo iscritto.
Poche speranze di essere notati sul serio
Quante sono le speranze che un ragazzo possa farsi notare dal Real Madrid, dal Barcellona o dal Valencia? Poche, quasi nulle. Prima di tutto, perché un atleta non può trasferirsi all’estero sino al 16esimo anno di età. L’unica chance è partecipare a uno stage. Discorso diverso, invece, per le scuole calcio affiliate. Per il momento soltanto il Valencia ha scelto di collaborare in maniera continuativa con alcune scuole calcio del territorio. Si tratta, oltre che della Sporting Volla, della Belsito (Posillipo), della Blue Devils di Marano e della Varcaturo (Giugliano). In questi casi i genitori pagano una retta di circa 600 euro all’anno.
Si muovono anche Benfica e Celtic
I ragazzi possono comunque contare sulle metodologie di lavoro spagnole e il discorso può essere prolungato nel tempo. Il camp, invece, è un’esperienza formativa, la quale ha un costo elevato e spesso è fine a se stessa. Il problema è che i genitori, nella maggior parte dei casi, non ne hanno coscienza. Iscrivono i loro figli con la speranza che un istruttore straniero possa notare il figlio, chissà per cosa poi. Nonostante ciò, i camp stanno aumentando. Dall’anno scorso li organizzano anche i portoghesi del Benfica. Dal 2019 arriverà anche il Celtic. I costi saranno più contenuti, ma comunque elevati. Per cinque giorni di lavoro con gli istruttori del Celtic nella prossima estate i genitori dei giovani interessati dovranno pagare una cifra che va dai 299 ai 399 euro, a seconda dei servizi richiesti (album fotografico ad esempio). Si tratta degli stessi prezzi praticati da Benfica e Valencia (da premettere che la Sporting Volla non ha voluto organizzare il camp, ma da quest’anno ha stretto solo l’accordo di affiliazione). Per partecipare al camp del Real bisogna pagare 498 euro, comunque meno dei 550 del Barcellona.