BOLOGNA – A un anno dall’incidente che costò la vita a Vito Rotunno, autista del presidente della Corte di Appello di Bologna Giuseppe Colonna, il gip ha deciso di prorogare di sei mesi le indagini dopo che la procura aveva inoltrato proposta di archiviazione del caso. C’è ancora da fare prima di chiudere il fascicolo, secondo il giudice che si occupa dell’inchiesta, Rita Zaccariello. In prima battuta bisognerà chiedere una copia dei documenti relativi ai protocolli di esecuzione dei test drive, ma anche della liberatoria e della copertura assicurativa della vettura in cui si è verificato l’incidente che non ha lasciato scampo a Rotunno. Il caso non è chiuso, perché non si trattò di un semplice incidente.
Accolta anche la richiesta del legale della vedova
Accolta anche la richiesta del legale della vedova, che si era opposta all’archiviazione del fascicolo relativo alla morte di suo marito. Non fu un semplice incidente, dicevamo. Si verificò presso la sede della Lamborghini in via Modena. Il presidente Colonna e Rotunno, il suo autista, erano lì per una visita di cortesia. Poi la prova su strada di due bolidi da seicento cavalli. Nella prima vettura c’era Rotunno, nella seconda Colonna che affiancava invece un pilota della casa del Toro.
Il presidente della Corte di Appello di Bologna Giuseppe Colonna vide l’impatto
Il presidente della Corte di Appello di Bologna quella scena non la dimenticherà mai più. Vide l’auto sbandare, rigirarsi in un testacoda. E poi vide il corpo del suo autista volare letteralmente fuori dall’abitacolo dopo aver sfondato il parabrezza. Non erano in un circuito, ma su strada e l’impatto si verificò attorno alle 11 del mattino. La Huracan sulla quale viaggiava Rotunno, giunta all’altezza di una rotonda, sbandò e si schiantò contro un camion. Il 57enne rimase a terra e le sue condizioni apparvero subito gravissime. Il personale del 118 lo trasportò in tutta fretta con un elicottero all’ospedale Maggiore, ma l’uomo morì al pronto soccorso.