‘Gesù vi ama’: missionario Usa ucciso con frecce da una tribù isolata

Lo stato indiano impedisce di avvicinarsi a meno di 5 chilometri dall'isola in cui vive questo gruppo composto da circa 150 persone

Foto LaPresse - Stefano Costantino

MILANO (LaPresse) – Voleva convertire al cristianesimo la tribù più isolata del pianeta John Chau, il 27enne statunitense ucciso a colpi di frecce. Non appena venerdì ha messo piede sull’isola di North Sentinel, nell’arcipelago indiano delle Andamane. Qui vive una comunità notoriamente chiusa e ostile al mondo esterno, che si ritiene sia composta da circa 150 persone.

Il messaggio del missionario alla tribù locale

“Vi amo e Gesù vi ama”, ha gridato Chau quando si è avvicinato la prima volta alla tribù. A raccontarlo è stato lui stesso in un diario, che la madre ha condiviso con il Washington Post. Secondo questa versione, le sue grida sono state accolte dal lancio contro di lui di una freccia, che si sarebbe conficcata nella sua Bibbia impermeabile.

Il giovane sarebbe allora fuggito, per poi tornare, con in dono dei pesci e un pallone da calcio. “Dio, non voglio morire”, avrebbe scritto in una lettera per la famiglia. “Voi potrete pensare che sono pazzo. Ma penso che valga la pena annunciare Gesù a queste persone”. Al terzo tentativo di approccio, quando ha messo piede sull’isola è stato accerchiato e ucciso a colpi di frecce.

Era approdato sull’isola di North Sentinel

Il tutto sotto gli occhi di alcuni pescatori che lo osservavano a distanza con dei binocoli. John Chau aveva infatti pagato dei pescatori per farsi trasportare fino all’isola, che si trova al largo una cinquantina di chilometri a ovest della città indiana di Port Blair. Loro lo avevano accompagnato fino a un certo punto, poi per l’ultimo tratto aveva proseguito da solo in canoa.

Sette persone sono state arrestate con l’accusa di avere aiutato il missionario Usa a raggiungere l’isola. Lo Stato indiano impedisce infatti di avvicinarsi a meno di 5 chilometri dall’isola in cui vivono. Ma la famiglia di John Chau, in un post pubblicato su Instagram, non solo fa sapere che perdona chi ha ucciso il giovane, ma chiede “il rilascio di quegli amici che aveva alle isole Andamane”, sottolineando che “si è avventurato di sua libera volontà e che i suoi contatti del posto non devono essere perseguiti per le sue azioni”.

Un episodio controverso

L’episodio riaccende i riflettori su quella che è nota come la tribù più isolata del pianeta e solleva per l’India diversi problemi. In primo luogo, come affrontare la questione da un punto di vista giuridico? La polizia ha aperto un’indagine per omicidio contro ignoti. Ma la legge indiana proibisce di avvicinarsi all’isola e anche di fotografare o filmare la comunità.

In secondo luogo, il rompicapo relativo al corpo: è possibile recuperarlo senza provocare uno shock da un punto di vista antropologico (la tribù è in isolamento volontario) e sanitario (essendo tagliati fuori dal resto del mondo, i membri della tribù non hanno un sistema immunitario in grado di difenderli da una banale influenza)? Le autorità locali hanno dispiegato un elicottero e una barca per provare a individuare dove si trovi il corpo dell’americano. “Potrebbero volerci diversi giorni e diverse missioni di ricognizione”, ha dichiarato ad AFP il capo della polizia regionale, Dependra Pathak.

Una tribù notoriamente ostile

Tutte le persone che negli ultimi decenni hanno provato dei contatti con la tribù di North Sentinel sono state respinte con violenza o uccise. La situazione di questo gruppo fece il giro del mondo in occasione di una foto emblematica scattata poco dopo lo tsunami del 2004 nell’Oceano Indiano: i guardacoste indiani sorvolarono l’isola per capire se gli autoctoni fossero sopravvissuti all’onda anomala e uno scatto aereo mostrò un uomo che provava ad abbattere l’elicottero con arco e frecce. Inoltre nel 2006 due pescatori indiani furono uccisi dopo che l’imbarcazione sulla quale si trovavano arrivò fino a riva dell’isola mentre dormivano.

Il comportamento delle autorità indiane

La tribù discenderebbe dalle prime popolazioni umane partite dall’Africa e vivrebbe alle Andamane da 60mila anni, secondo la ong di protezione delle tribù autoctone Survival International. Il governo indiano – ricorda AFP – ha tentato diverse spedizioni negli anni ’70 e ’80 per entrare in contatto con gli abitanti dell’isola, ma visti i numerosi fallimenti l’India ci ha rinunciato ufficialmente negli anni ’90. Le autorità indiane si assicurano periodicamente della buona salute dei residenti di North Sentinel osservandone la riva da un’imbarcazione, che resta ancorata a distanza di sicurezza.

di Chiara Battaglia

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