Nissan, voto unanime del cda: Ghosn rimosso dalla presidenza

La sua posizione in Renault rimane invece quella di amministratore delegato, anche se "momentaneamente impedito", come deciso dal consiglio di amministrazione del costruttore francese

(Photo by Martin BUREAU / AFP)

TOKYO (LaPresse/AFP) – Un epilogo fino a poco tempo fa inimmaginabile per la carriera in Nissan dell’uomo che ha salvato la casa automobilistica giapponese. Il consiglio di amministrazione della società ha deciso, con voto all’unanimità, di togliere la carica di presidente a Carlos Ghosn. Finito sotto custodia a Tokyo per presunte malversazioni. L’alleanza di lunga data con Renault, ha comunque segnalato il cda al termine di una riunione straordinaria di oltre quattro ore nel quartier generale di Yokohama, “rimane immutata”.

Carlos Ghosn rimosso dalla presidenza del gruppo

L’obiettivo, in questo senso, è ora quello di “minimizzare la confusione e l’impatto sulla collaborazione giorno per giorno tra i partner”, ha precisato Nissan. Dietro a porte chiuse, sei uomini e una donna hanno infine giudicato i sospetti che gravano sul top manager sufficienti a determinare la chiusura della sua presidenza. L’azienda ha poi spiegato questa decisione radicale in un comunicato a parte. Nel quale si citano i risultati di una indagine interna per cui Ghosn avrebbe riportato nei report annuali importi compensativi inferiori a quelli effettivi. Oltre a spendere capitale della società per uso personale.

Finisce un’era durata due decenni

La rottura pone fine a un’epoca durata quasi due decenni, che ha visto l’imprenditore brasiliano per lungo tempo nelle vesti di ceo e quindi di presidente. Lo stesso Ghosn potrebbe ora andare verso la stessa sorte anche per quanto riguarda Mitsubishi Motors, che si è unita all’alleanza tra Nissan e Renault nel 2016. Il consiglio di amministrazione della casa automobilistica si riunirà lunedì, secondo quanto riferito da un portavoce.

Sarà ancora ad del gruppo Renault

La sua posizione in Renault rimane invece quella di amministratore delegato, anche se “momentaneamente impedito”, come deciso dal consiglio di amministrazione del costruttore francese.

I problemi, per il manager, sono iniziati con l’arrivo a Tokyo lunedì scorso, a cui è seguito l’arresto. Ufficialmente, l’uomo d’affari franco-libano-brasiliano è accusato di aver “minimizzato la sua remunerazione cinque volte in report presentati tra giugno 2011 e giugno 2015”. Il vice procuratore di Tokyo, Shin Kukimoto, ha spiegato ai cronisti che “questo tipo di dichiarazione menzognera costituisce una delle colpe più gravi nell’ambito delle legislazione imposta alle aziende quotate”.

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