Roma, 14 mar. (LaPresse) – Era appena sceso dall’autobus a piazza dei Cinquecento, davanti alla Stazione Termini di Roma, quando un gruppo di ragazzi, con la scusa di una sigaretta, gli si è avvicinato per rapinarlo. In cinque lo hanno accerchiato e sotto la minaccia di un cacciavite gli hanno rubato 180 euro, un paio di occhiali insieme ad una carta di credito e alla carta di identità. L’uomo, un 43enne romano, non si è dato per vinto, ha reagito e dopo aver recuperato la sua catenina insieme al cacciavite utilizzato per minacciarlo, nonostante fosse caduto a terra, è riuscito, anche grazie all’aiuto di un passante, a scappare, rifugiandosi all’interno di un locale.
Poi si è recato al commissariato Viminale, diretto da Giovanna Petrocca, e lì ha denunciato l’accaduto, dicendo agli agenti che avrebbe potuto riconoscere senza ombra di dubbi almeno tre di loro .
Grazie alle informazioni raccolte in sede di denuncia e alla visione delle immagini acquisite dalle telecamere di videosorveglianza, gli agenti hanno potuto riconoscere, dai tratti somatici e dalle fattezze fisiche, un giovane cittadino egiziano, solito gravitare nell’ area della stazione Termini.
Da quel momento è scattata la caccia all’uomo, terminata dopo poche ore in via Giolitti, dove uno degli aggressori, di 30 anni, è stato trovato in compagnia di due amici, abbigliati esattamente come due degli altri componenti della banda.
Il 30enne è stato bloccato insieme agli amici di 19 e 20 anni. I tre sono stati portati in commissariato dove la vittima, al quale è stato sottoposto un album fotografico con le loro fotografie, li ha riconosciuti. Sottoposti a fermo di polizia giudiziaria i ragazzi, tutti di origine egiziana, sono stati portati nel carcere di Regina Coeli. Nella giornata di ieri, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma, ha convalidato il loro fermo.