Roma, 2 apr. (LaPresse) – In coincidenza delle festività pasquali, il nostro Paese è stato potenzialmente a rischio per il rientro incontrollato nell’atmosfera terrestre della stazione spaziale cinese Tiangong-1. Il problema, già noto da giorni, ha tenuto con il fiato sospeso e, metaforicamente, con gli occhi al cielo, il Dipartimento della Protezione Civile, tanto da indurre a stabilire, fin dal 21 marzo, un tavolo tecnico per il monitoraggio dell’evento e per le eventuali misure di sicurezza da attuare all’occorrenza per garantire la piena sicurezza della popolazione.
Questo tavolo tecnico, costituito dai rappresentanti della Protezione Civile, dell’Agenzia Spaziale Italiana, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica,, del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Ministero degli Affari Esteri, dell’ENAV e dell’ENAC, ha visto anche una qualificata e fondamentale partecipazione delle Forze Armate, con personale dell’Ufficio Spazio dello Stato Maggiore della Difesa, del Comando Operativo di Vertice Interforze e dello Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare.
Le Forze Armate, oltre alle proprie unità pronte ad intervenire in caso di emergenza, hanno infatti reso disponibili capacità e professionalità uniche nel panorama nazionale. L’assetto primario impiegato è stato il Centro di Comando e Controllo Space Surveillance and Tracking, struttura inter-ministeriale e inter-agenzia gestita dall’Aeronautica Militare presso la base di Pratica di Mare, che ha avuto il compito di attivare una serie di sensori, ottici e radar, della Difesa, dell’Agenzia Spaziale Italiana e dell’Istituto di Astrofisica per seguire le traiettorie di avvicinamento all’atmosfera terrestre della stazione spaziale e poter stabilire, dall’analisi dei dati rilevati, il possibile punto di impatto con la superficie terrestre con ben 36 ore di anticipo. All’interno del Centro di Comando e Controllo era presente anche personale dell’Agenzia Spaziale Italiana, referente nazionale per i dati forniti da ben 12 agenzie spaziali di altri Paesi, e dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, che hanno condiviso anche i rilevamenti effettuati dai propri telescopi, capaci di rilevare l’ingresso in atmosfera di oggetti ad altissima velocità.
Ma le Forze Armate si sono rivelate di fondamentale importanza anche perché hanno reso disponibile il Multi Frequency Doppler Radar, sito presso il poligono interforze di Salto di Quirra, in Sardegna, unico assetto radar nazionale in grado di seguire le orbite di oggetti spaziali che sorvolino il nostro Paese, in qualunque condizione meteorologica, di giorno e di notte. In aggiunta, è stato utilizzato anche il Bistatic Radar for LEO Survey (radar bistatico con trasmettitore posizionato sempre presso il poligono interforze di Salto di Quirra e ricevitore, gestito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica, ubicato a Medicina), che ha svolto una funzione di sorveglianza delle orbite allo scopo di individuare il passaggio della Tiangong-1 sopra la nostra penisola
Tirato un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, l’insegnamento che resta di quest’evento è l’ulteriore dimostrazione di come le Forze Armate, dando concretezza al concetto di ‘uso duale’, cioè l’impiego a favore della collettività nazionale, in casi di emergenza, di assetti e capacità nati per esigenze squisitamente militari, siano una vera risorsa per la collettività nazionale e un pilastro imprescindibile del ‘sistema Paese’.