Belgrado (Serbia), 11 apr. (LaPresse/AFP) – L’ultranazionalista serbo Vojislav Seselj, giudicato in appello all’Aia, è stato dichiarato colpevole di crimini contro l’umanità durante la guerra dei Balcani degli anni ’90 e condannato a 10 anni di carcere, che i giudici hanno però dichiarato già scontati. Al primo grado di giudizio, nel 2016, il fondatore del partito d’estrema destra serbo Srs era stato assolto dalle accuse di crimini di guerra e odio interetnico. Seselj, assente all’udienza d’appello, ha già scontato 12 anni di carcere. Il tribunale lo ha ritenuto “colpevole di istigazione alla persecuzione, deportazione e altri atti inumani”, ha dichiarato il presidente Theodor Meron del Meccanismo giudiziario che è subentrato al Tribunale penale internazionale (Tpi), chiuso lo scorso anno.