Roma, 20 apr. (LaPresse) – Respiro corto, tosse, affaticamento e continui risvegli notturni. Sono questi i disturbi che accomunano l’asma e la Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), due importanti malattie respiratorie croniche protagoniste della seconda edizione della “Control’ASMA&BPCOweek”, la campagna di consulenze specialistiche gratuite che dal 21 al 25 maggio 2018 offrirà l’opportunità ai circa 8 milioni di italiani che soffrono di asma o di BPCO di effettuare una visita di controllo e ricevere informazioni utili per una migliore gestione della propria malattia presso i circa 50 Centri specialistici distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Promossa da FederASMAeALLERGIE Onlus – Federazione Italiana Pazienti, con il patrocinio della Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica (SIAAIC) e della Società Italiana di Pneumologia (SIP/IRS), e con il supporto non condizionato di AstraZeneca, l’iniziativa torna quest’anno con un’importante novità: la BPCO. Sulla scia del successo dell’edizione dello scorso anno, che ha permesso a più di 1.100 pazienti con asma di ricevere consulenze gratuite, la campagna 2018 coinvolge infatti anche le persone con BPCO, una frequente condizione patologica cronica dell’apparato respiratorio che solo in Italia colpisce tra il 6% e l’8% dei soggetti con età superiore ai 40 anni e che l’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica come quarta causa di morte con la previsione che divenga la terza causa entro il 2020.
Obiettivo della Control’ASMA&BPCOweek è quello di sensibilizzare pazienti e opinione pubblica sui rischi connessi a due comuni patologie respiratorie, troppo spesso trascurate perché sottovalutate. Basti pensare che solo poco più della metà dei pazienti con asma (56%) assume farmaci in maniera continuativa e regolare, mentre il 44 % evita di prenderli o li sospende o ne cambia il dosaggio senza consultare il proprio medico. Tra i motivi più frequenti di non aderenza alle terapie emerge che il 33% dei pazienti pensa di stare meglio e di non averne più bisogno, il 21% crede che i farmaci servano solo quando si manifesta la difficoltà a respirare, infine il 18% è convinto che la malattia non richieda una terapia così prolungata.
“La mancata aderenza alle terapie – ha dichiarato Carlo Filippo Tesi, Presidente FederASMAeALLERGIE Onlus – Federazione Italiana Pazienti – è principalmente dovuta alla scarsa consapevolezza dell’importanza di seguire una terapia continuativa per una condizione cronica come l’asma o la BPCO. Iniziative come questa nascono dalla volontà di sensibilizzare quanto più possibile i pazienti, e non solo, su patologie con un forte impatto sulla qualità di vita, ma anche sui benefici di una corretta aderenza alle terapie, necessaria per controllare la malattia, migliorare il proprio stato di salute ed evitare ricoveri in pronto soccorso. In questo senso, oltre alle campagne di sensibilizzazione, fondamentale è il ruolo del medico: pneumologo, allergologo e medico di base sono tutti chiamati a spiegare a fondo ai pazienti la malattia, le sue conseguenze e le modalità più appropriate per trattarla e prevenire complicanze. Un paziente informato, che conosce la propria malattia, sarà un paziente più consapevole e certamente più aderente alle prescrizioni del medico”.
Un problema, questo della mancata aderenza al trattamento, spesso sottostimato sia dai pazienti con asma sia da quelli con BPCO. Nel caso di quest’ultima, la non aderenza alle terapie può portare a riacutizzazioni e a ricoveri ospedalieri. Importante, per questa patologia, è la personalizzazione del trattamento farmacologico che deve essere guidato principalmente dalla gravità dei sintomi e dal rischio di riacutizzazioni, oltre che dagli effetti collaterali, dalle comorbidità, dalla risposta del paziente e dalla sua capacità di usare i diversi inalatori per il rilascio dei farmaci. Quelli broncodilatatori a lunga durata d’azione, che anche in associazione con corticosteroidi per via inalatoria sono in grado di contrastare la ostruzione bronchiale al flusso dell’aria, sono i farmaci di scelta nel trattamento della BPCO. Differente è la questione quando si parla di asma, patologia per cui l’uso dei broncodilatatori a breve durata di azione (SABA) necessita di un’inversione di marcia.
“Oggi assistiamo ad un vero e proprio over-use dei broncodilatori a breve durata di azione (SABA) nella cura dell’asma – ha affermato Giorgio Walter Canonica, Direttore Clinica Medicina Personalizzata Asma e Allergie HUMANITAS University, Milano e General Executive Director – Past President SIAAIC-. Quella che comunemente chiamiamo ‘bomboletta blu’ è stata una pietra miliare nel trattamento dell’attacco d’asma ed è stata usata praticamente da tutti i pazienti asmatici. Ma l’asma è una patologia cronica e come tale va trattata: il paziente deve essere curato con l’obiettivo di tenerla sotto controllo. Se insorge l’attacco d’asma, significa che lo stimolo infiammatorio non è controllato per cui, oltre al broncodilatatore, è necessario somministrare l’antinfiammatorio. Questo perché ogni attacco non solo ha un impatto clinico per il paziente, ma anche un progressivo effetto sulla sua funzionalità respiratoria. Ne deriva che la prevenzione degli attacchi di asma deve necessariamente essere lo scopo primario della terapia che non va sospesa ma, al contrario, eventualmente potenziata nei periodi di maggior esposizione ai fattori di rischio”.
Oltre all’importanza di seguire le raccomandazioni del medico o specialista per tenere sotto controllo la patologia ed evitare che peggiori drasticamente attraverso l’uso di farmaci, fondamentale per asma e BPCO è un corretto e sano stile di vita. La BPCO è causata dalla inalazione di particelle nocive, soprattutto fumo di sigaretta, che causano infiammazione cronica con meccanismi diversi. Oltre al fumo, l’inquinamento, le esposizioni professionali e le infezioni respiratorie rappresentano i principali rischi per l’insorgenza della BPCO.
“Smettere di fumare è il primo passo da compiere – ha concluso Francesco Blasi, Professore Ordinario Malattie Respiratorie, Università degli Studi di Milano e Presidente Centro Studi Società Italiana di Pneumologia (SIP) – Inoltre, sottoporsi al vaccino anti-influenzale prima della stagione a rischio è un ulteriore step fondamentale: le infezioni respiratorie, infatti, rivestono un ruolo importante sia nella comparsa della BPCO sia nel suo aggravarsi per cui è necessario intervenire tempestivamente contrastando la loro insorgenza.
Infine, è opportuno non farsi scoraggiare dalla malattia ma continuare, nei limiti del possibile, le proprie attività preferite. L’esercizio fisico, ad esempio, contribuisce ad una buona funzione respiratoria per cui è consigliato consultare il proprio medico così da individuare l’attività fisica alleata della propria salute”.
Per l’asma, pur essendo lo sforzo fisico uno dei principali fattori scatenanti le crisi respiratorie, non è necessario vietare alcuna attività sportiva. Al contrario, l’attività sportiva dovrebbe far parte del programma terapeutico delle persone asmatiche, in particolare di coloro i quali manifestano i sintomi durante lo sforzo (asma da sforzo). È infatti dimostrato come un allenamento costante aiuti a potenziare la muscolatura, inclusa quella respiratoria, favorendo in questo modo la funzione polmonare. Anche in questo caso, come per la BPCO, seguire scrupolosamente le indicazioni del medico e in particolare la terapia prescritta consentirà di svolgere l’attività fisica senza conseguenze per la propria salute.