Iran, Trump isolato dopo il ritiro: Ue prova a salvare l’accordo

Foto Roberto Monaldo / LaPresse In foto Hassan Rohani

Parigi (Francia), 9 mag. (LaPresse/AFP) –

All’indomani dell’addio di Donald Trump, l’Unione europea fa di tutto per provare a salvare l’accordo sul nucleare iraniano.

Il ritiro Usa ha sollevato timori di nuove tensioni con Teheran: la decisione di riattivare le sanzioni contro la Repubblica islamica, infatti, rischia di ribaltare anni di attenti sforzi di diplomazia peggiorando l’instabilità in Medioriente e minacciando le attività delle imprese straniere in Iran (visto che Trump ha minacciato sanzioni anche per chi aiuta Teheran).

Furiosa la reazione in Iran, dove alcuni deputati hanno bruciato una bandiera degli Stati Uniti e hanno cantato ‘Morte all’America’ in Parlamento. I vertici di Teheran lanciano un messaggio chiaro: ora che gli Usa sono fuori, vogliono garanzie dall’Europa.

La guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, ha avvertito: o gli europei offrono solide garanzie che i rapporti commerciali continueranno, o l’Iran dovrebbe lasciare l’accordo sul nucleare. Il concetto è stato chiarito anche dal presidente iraniano Hassan Rohani: in una telefonata di oltre un’ora con l’omologo francese Emmanuel Macron (che non ha mancato di definire “un errore” la scelta di Trump) gli ha detto che farà “di tutto per restare nell’accordo”, ma ha chiesto agli europei di dare rapidamente delle garanzie mostrando che le loro imprese continueranno a lavorare con l’Iran. “Gli interessi dell’Iran per quel che riguarda la vendita di petrolio, i rapporti bancari, gli investimenti e le assicurazioni devono essere garantiti”, ha detto Rohani.

L’accordo del 2015 era stato siglato da Teheran con le potenze del 5+1, cioè i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu (Usa, Russia, Cina, Regno Unito e Francia) più la Germania. Pechino ha ribadito che si atterrà all’accordo e Vladimir Putin si è detto preoccupato dalla scelta di Trump. Quanto all’Europa, appunto, si è subito data da fare per mantenere in vita l’accordo.

Innanzitutto per lunedì è stata fissata una riunione tra i ministri degli Esteri dei Paesi europei firmatari – cioè Francia, Germania e Regno Unito – e rappresentanti dell’Iran. Poi anche gli impegni verbali. “Rispetteremo l’accordo e faremo tutto il possibile perché l’Iran si attenga ai suoi obblighi”, ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel. Mentre Macron ha parlato direttamente con Rohani, con il quale ha concordato di continuare a lavorare insieme per l’applicazione dell’accordo e ha stabilito che i ministri degli Esteri “si incontreranno per avviare immediatamente delle discussioni in questa prospettiva”. Il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, dal canto suo, non solo ha affermato che l’intesa “resta vitale” per la sicurezza del Regno Unito, ma ha anche chiesto agli Usa “di fare azioni che intralcino altre parti nel continuare a far funzionare l’accordo”.

L’Aiea ribadisce che Teheran sta rispettando “gli impegni legati al nucleare”, ma Trump resta fermo nella sua posizione, e anzi rincara la dose: “Consiglio all’Iran di non rilanciare il programma nucleare. Glielo consiglio vivamente” perché “se invecelo faranno ci saranno delle conseguenze molto gravi”, ha dichiarato. Dopo lo strappo di Trump con l’Europa, i cui leader nelle ultime settimane avevano freneticamente cercato di evitare il ritiro, un piccolo segnale di apertura agli alleati si intravede dal capo del Pentagono Jim Mattis: garantisce che gli Usa continueranno a “lavorare con gli alleati e i partner”. “Per garantire – dice – che l’Iran non possa mai acquisire un’arma nucleare, e lavoreranno con gli altri per affrontare l’estensione dell’influenza maligna dell’Iran”.

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