Caso Uva, pg chiede di condannare agenti a pene fino a 13 anni

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 10-01-2016 Roma Cronaca Ilaria Cucchi, Lucia Uva e Gianni Tonelli ospiti di "In mezz'ora" Nella foto Lucia Uva Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 10-01-2016 Rome (Italy) News Ilaria Cucchi, Lucia Uva and Gianni Tonelli at "In mezz'ora" In the pic Lucia Uva

Milano, 16 mag. (LaPresse) – Il sostituto pg di Milano Massimo Gaballo ha chiesto di condannare a 13 anni i due carabinieri Paolo Righetto e Stefano Dal Bosco e a 10 anni e 6 mesi i sei agenti di polizia Luigi Empirio, Pierfrancesco Colucci, Francesco Barone Focarelli, Bruno Belisario, Vito Capuano e Gioacchino Rubino, tutti imputati nel processo per la morte di Giuseppe Uva, avvenuta a Varese nel giugno del 2008.

In primo grado i militari e i poliziotti, accusati di omicidio preterintenzionale e sequestro di persona aggravato, sono stati assolti. Per l’accusa, Uva è morto “a causa di un’aritmia provocata dalla violenta manomissione sulla sua persona col trasferimento coatto in caserma, anche a prescindere dalle eventuali percosse subite e dalle lesioni riscontrate sul suo corpo”. A ucciderlo, per il pg sarebbero stati la “tempesta emotiva” e lo “stress” originati dal suo trasferimento in caserma che per il rappresentante dell’accusa era del tutto illegittimo, dato che Uva non aveva commesso reati e non c’era bisogno di identificarlo, anche perché i carabinieri sapevano bene chi fosse per i suoi precedenti.

Nella ricostruzione del pg Gaballo, nella notte tra il 13 e il 14 giugno 2008, Uva e l’amico Alberto Bigioggero, dopo essersi ubriacati, stavano spostando alcune transenne per bloccare una strada del centro di Varese.

I due sono stati fermati dai carabinieri, con l’aiuto della polizia, e portati in caserma anche se erano già conosciuti dalle forze dell’ordine. Il pg Gaballo ha ricordato come, nel corso del controllo, a quanto ha riferito l’amico di Uva, uno dei militari abbia detto: “Proprio te stavamo cercando, questa non te la faccio passare”.

La testimonianza di Bigioggero, che ha problemi di alcol e nel frattempo è finito in carcere per aver accoltellato il padre, in primo grado non è stata ritenuta attendibile dalla Corte d’Assise di Varese.

Alla base di quella che il sostituto pg ha presentato come una vendetta ci sarebbe una liaison tra Uva e la moglie di un carabiniere, che l’operaio 43enne non nascondeva. “La presunta storia di Uva con la moglie di un carabinieri – ha spiegato il Pg – lui si vantava di questa relazione meritevole di una lezione nell’ottica di chi non si fanno scrupoli di piegare la propria funzione istituzionale a interessi personali”.

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