Milano, accoltella spacciatori rivali insieme a un complice: arrestato

Foto Claudio Furlan / lapresse 27-03-2018 Milano Aggressione in via Quarti, Carabinieri sul posto

Milano, 16 mag. (LaPresse) – Si è chiuso il cerchio attorno ai responsabili del tentato omicidio avvenuto lo scorso 13 novembre nel bar – trattoria ‘Primavera’ a San Giuliano Milanese (Milano). I carabinieri di San Donato, in collaborazione con l’Interpol e coordinati dalla procura di Lodi, hanno arrestato un 40enne albanese mentre cercava di fuggire alla cattura nel Paese d’origine.

L’uomo, assieme a un complice connazionale di 23 anni già sottoposto a fermo di indiziato di delitto dal Nucleo operativo pochi giorni dopo l’episodio di violenza, è accusato di aver tentato di uccidere tre spacciatori marocchini di 34, 35 e 38 anni con cui inizialmente era in affari. Entrambi gli aggressori sono pregiudicati. Gli investigatori spiegano che i due ‘clan’, nonostante di etnie diverse, avevano cercato di collaborare nell’attività di spaccio; ma quando i marocchini, che compravano droga dagli albanesi, tentano di fare i furbi non pagando un debito di decine di migliaia di euro, i secondi decidono di regolare i conti.

– I fatti sono accaduti alle 23 all’interno del bar – trattoria ‘Primavera’ di San Giuliano Milanese. All’improvviso gli albanesi fanno irruzione nel locale e trovano tre marocchini al bancone. Si scagliando contro di loro e li accoltellano cercando di colpire gli organi vitali. L’agguato, spiegano gli investigatori, era premeditato: gli aggressori entrano con i coltelli a serramanico in pugno, e in pochi minuti il bar trattoria si trasforma in un bagno di sangue.

Non usano lame qualunque ma seghettate e lunghe 30 centrimetri, che creano lesioni interne sia quando perforano la carne, sia uscendo. I carabinieri di San Donato sono i primi ad arrivare sul posto, e trovano le tre vittime in fin di vita a terra. Portati in ospedale Niguarda, sopravvivono ma rimangono in prognosi riservata fino a inizio anno. Ad avere la peggio è il 35enne, che subisce l’asportazione di un rene. Il caso si è chiuso anche grazie all’iniziale collaborazione dei testimoni che hanno assistito alla scena.

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