MILANO (Alfredo Stella) – Combattere l’ipertensione oggi si può. Tutto grazie alla galectina-1. E’ una proteina che controlla i vasi sanguigni. La scoperta è della National University of Singapore. Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista scientifica Circulation. “Riducendo l’attività di questi canali – si legge nella pubblicazione – la galectina-1 porta l’abbassamento della pressione del sangue. I pazienti con ipertensione di stadio 1 hanno la raccomandazione di cambiare lo stile di vita. Bisogna ridurre il rischio di soffrire di altre malattie cardiovascolari. Quelli con ipertensione di stadio 2 devono assumere farmaci antipertensivi per controllare la pressione sanguigna”.
Cos’è l’ipertensione arteriosa
Si tratta di una malattia caratterizzata dalla presenza di una pressione sanguigna più alta del normale. Nel 95 per cento dei casi la causa dell’ipertensione è sconosciuta. Si parla allora di ipertensione primitiva, idiopatica o essenziale. Nel restante 5 per cento dei casi l’ipertensione è secondaria ad altre patologie. In genere si tratta di insufficienza renale cronica, feocromocitoma o stenosi dell’arteria renale. Anche l’assunzione di alcuni farmaci come gli antidolorifici o la pillola anticoncezionale può essere all’origine di ipertensione secondaria. Esistono inoltre fattori legati allo stile di vita che possono favorire l’insorgenza dell’ipertensione come per esempio il fumo di sigaretta, l’abuso di alcolici, la vita sedentaria e la dieta ricca in grassi di origini animali.
Farmaci e controindicazioni
I farmaci che bloccano i canali di calcio sono tradizionalmente usati per abbassarla. Però il loro uso è associato a un rischio maggiore di insufficienza cardiaca nei pazienti ipertesi. Ecco perché lo sviluppo di farmaci apre una nuova frontiera. Ogni anno l’ipertensione causa 7,5 milioni di morti nel mondo (circa il 12% del totale di tutti i decessi).
I dati
L’Ipertensione arteriosa è la principale causa di malattie cardiovascolari (infarto del miocardio, ictus cerebrale, scompenso cardiaco) – spiega il professor Gianfranco Parati, presidente Siia – che in Italia provocano 240 mila morti ogni anno, pari al 40% di tutte le cause di morte. Inoltre, essa predispone anche allo sviluppo di malattie renali, di demenza e di nuovi casi di diabete. In Italia ne soffre il 30% della popolazione, ovvero 15-16 milioni di persone ma nonostante la disponibilità di terapie efficaci per la grande maggioranza dei casi, solo un paziente iperteso su 4 è adeguatamente curato. Colpisce soprattutto gli anziani: oltre i 65 anni la quota di ipertesi supera l’80 per cento, al di sotto dei 30 anni ne soffre il 5 per cento.