Milano (LaPresse) – Michele Misseri, il contadino di Avetrana, dopo diversi cambi di versione, torna ad autoaccusarsi dell’uccisione della nipote Sarah Scazzi. E lo ha fatto in una lettera inviata dalla prigione alla mamma della ragazza uccisa nell’agosto del 2010, con la quale chiede perdono per quello che dice di avere fatto. Al momento, la moglie di Misseri, Cosima, e la figlia Sabrina, stanno scontando l’ergastolo per l’omicidio. Misseri stesso si trova in carcere perchè condannato ad otto anni di reclusione per l’occultamento del cadavere di Sarah.
La notizia della lettera, recapitata qualche giorno fa, è riportata oggi sulla edizione in edicola de La Gazzetta del Mezzogiorno. “Cara Concetta – scrive tra l’altro Misseri alla mamma di Sarah – perdonami, perdonami, perdonami per quello che ho fatto a Sarah. Sono stato io. Tua sorella Cosima e Sabrina sono innocenti! Lo capiresti subito se le vai a trovare, non dare retta agli avvocati bugiardi!“.
A febbraio il sollievo dei cittadini di Avetrana
Dopo sette anni di indagini e processi, la vicenda giudiziaria dell’omicidio di Sarah Scazzi ad Avetrana è giunta a conclusione, con la condanna definitiva all’ergastolo per omicidio di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, e con quella a 8 anni di reclusione per Michele Misseri per soppressione di cadavere. A La vita in diretta su Rai1, la voce dei cittadini di Avetrana, sollevati per la conclusione dell’iter: “Era ora, Misseri doveva andare prima in carcere“. “Lo vedevo tutti i giorni, umanamente dispiace per lui, ma la legge va rispettata“, ha detto un vicino di casa.