Reggio Calabria: appalti per la gestione del canile, 11 arrestati

REGGIO CALABRIA – Ogni attività, anche quella apparentemente più piccola, può rappresentare un’incredibile fonte di guadagno per la criminalità organizzata. È sempre andata così e gli arresti di questa mattina a Reggio Calabria lo hanno confermato. È così, infatti, che la ‘ndrangheta aveva messo le mani sul canile, o meglio sulle gare d’appalto a seguito delle quali sarebbe stata nominata la società incaricata di gestire il canile.

Le indagini e gli arresti

L’operazione è stata condotta polizia di Stato che, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della procura di Reggio Calabria, è culminata in 11 provvedimenti di custodia cautelare. Una lunga indagine condotta dagli 007 delle forze dell’ordine ha infatti permesso di appurare l’infiltrazione dell’organizzazione criminale nella fase di aggiudicazione degli appalti per la gestione.

Inchiesta ‘happy dog’

Un’inchiesta di vaste proporzioni, denominata ‘Happy Dog’, che ha confermato l’infiltrazione nel settore ‘canili’ degli interessi mafiosi. Nello specifico l’indagine ha riguardato persone ritenute vicine alla cosca Zagari-Fazzalari-Viola della ‘ndrangheta.

Il modus operandi dei clan per condurre all’aggiudicazione dell’appalto determinate società

I soggetti in questione, infatti, avrebbero senza mezzi termini condizionato gli appalti indetti dal Comune di Taurianova per l’assegnazione dei servizi di custodia e assistenza nei canili privati. Un indirizzamento coatto verso determinate imprese, sostanziatosi negli atteggiamenti ormai noti agli appartenenti ai clan. Dall’inchiesta sono emerse con dovizia di particolari le presunte condotte delle persone coinvolte per ottenere gli scopi per i quali erano scese in campo.

Atteggiamenti di carattere intimidatorio

Atteggiamenti di carattere intimidatorio ed estorsivo ai danni di un imprenditore del settore della custodia canina, il quale sarebbe stato avvicinato più volte anche da persone vicine alle cosche di Platì e Sant’Ilario sullo Ionio. L’obiettivo era quello di portare all’aggiudicazione delle gare d’appalto per la gestione delle strutture in questione anche facendo leva su persone ben introdotte nel settore. Ecco perché tra le persone coinvolte, tutte condotte al momento agli arresti domiciliari, c’è anche il direttore del servizio veterinario dell’Asp locale Antonino Ammendola.

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