ROMA – Sanzioni si, sanzioni no. La storia infinita. Si potrebbe riassumere così il dibattito internazionale sulle sanzioni che l’Unione Europea applica alla Russia. Il nocciolo del discorso, dal punto di vista italiano e non solo italiano, è riaprire il mercato di entrata e uscita verso Mosca. La chiusura ha provocato, d’accordo o meno con il principio dei provvedimenti Ue, una depressione economica di quelle regioni europee più prossime ai mercati dell’est. Sarà uno dei temi di dibattito del consiglio europeo di domani e venerdì. E su questo il governo italiano, 5 Stelle e Lega sono stati chiari: no a rinnovo automatico delle sanzioni inflitte alla Russia. Rimodulare e, nel caso, modificare tutto. Una posizione mediana di buon senso.
La posizione del governo italiano al Consiglio Ue
“Agire in sede Ue affinché si dilatino spazi di collaborazione e dialogo con la Federazione russa. Ad esempio prospettando una rimodulazione delle sanzioni”, è quanto si legge nella risoluzione presentata alla Camera da M5S e Lega dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio Conte. Altra mission del governo in questi due giorni è valorizzare “la cooperazione nel contrasto alle minacce comuni, come quella rappresentata dal terrorismo e dalla Propaganda estremista”.
Accordi di Minsk, rimodulare le sanzioni alla Russia
Insomma, due giorni importanti. Al via la discussione sugli accordi di Minsk. “Ci sarà una discussione sugli accordi. E’ un dibattito importante rispetto alle sanzioni settoriali nei confronti della Russia. Su questo punto, riaffermiamo il principio che non ci debba essere nulla di automatico nel rinnovo della sanzioni. Devono essere un mezzo, non un fine”, spiega il premier Giuseppe Conte nel suo intervento in aula alla Camera, in vista proprio del consiglio Ue. “Continueremo a dare grande attenzione al sostegno alla società civile russa. E grande attenzione anche agli interesse delle nostre piccole e medie imprese”, ha concluso il premier.