ROMA – Rallenta la crescita del Prodotto interno lordo (Pil). Una decelerata che, per quest’anno lo porterebbe quest’anno all’1,3% (la stima precedente era +1,5%) per rallentare ulteriormente all’1,1% nel 2019 (dal +1,2%). E’ quanto afferma il Centro studi di Confcommercio in merito all’economia italiana.
Occupazione
Sempre secondo il Centro Studi l’occupazione “crescerà ad un ritmo sotto l’1% sia nel 2018 sia nel 2019”. “Lo scorso anno e nei primi 5 mesi del 2018 il lavoro a tempo indeterminato ha smesso di crescere mentre quello a termine ha registrato una impennata”.
Manovra correttiva
Per gli economisti di Confindustria è plausibile la richiesta di una manovra correttiva in corso d’anno. Nello scenario di previsioni di giugno del Centro studi di viale dell’Astronomia “la correzione richiesta quest’anno sarebbe di 0,5 punti di Pil, pari a 9 miliardi. Nel 2019 la correzione dovrebbe essere di 0,6 punti. Quasi 11 miliardi, poco meno di quanto entrerebbe dall’attivazione della clausola d salvaguardia”.
Istat: in diminuzione il potere d’acquisto delle famiglia
Nel primo trimestre del 2018 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato in termini congiunturali dello 0,2%. Mentre il potere d’acquisto risulta in diminuzione dello 0,2%. Lo rileva l’Istat, spiegando come quindi il reddito sia cresciuto “a un ritmo modesto – spiegano – inferiore a quello dell’ultima parte del 2017″. Soprattutto, si rimarca, “in presenza di una dinamica inflazionistica in lieve accelerazione, si è determinato, per la prima volta da oltre un anno, un calo congiunturale del potere d’acquisto”.
I consumi delle famiglie nel primo trimestre del 2018 sono cresciuti dello 0,8% rispetto al trimestre precedente, risultando in accelerazione, mentre si riduce la propensione al risparmio scesa in termini congiunturali di 0,5 punti percentuali, al 7,6% (lo stesso valore del secondo trimestre del 2017, che rappresenta il minimo da fine 2012).
Pressione fiscale
La pressione fiscale nel primo trimestre del 2018 è stata pari al 38,2%, in riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.