ROMA (LaPresse) – “Spero che il nuovo governo giallo verde, in nome della propaganda interna, non faccia gravi passi indietro in ambito internazionale anche sulla lotta alla tratta degli esseri umani”. Ad affermarlo è Maria Elena Boschi in una intervista al quotidiano online Formiche.net dedicata al fenomeno dello human trafficking. “Chiudere i porti – afferma l’ex sottosegretaria – è uno slogan che funziona in campagna elettorale o per avere qualche like in più sui social. Ma non risolve nel medio-lungo periodo il problema. Può forse rallentarlo in una prima fase, ma poi avviene una riorganizzazione delle modalità di accesso e le persone disperate continuano ad arrivare. Perché le persone che nei propri paesi rischiano la vita per le guerre, le violenze, la fame non smetteranno di provare a raggiungere l’Europa”.
“È per questo – spiega Maria Elena Boschi – che occorre disincentivare le partenze, come hanno fatto i governi Pd, investendo nella cooperazione internazionale”
Si possono disincentivare le partenze “creando nei loro paesi condizioni migliori. Del resto, nell’ultimo anno i flussi dalla Libia sono scesi dell’80 per cento. Servono accordi di rimpatri con i singoli paesi di origine, ma soprattutto un vero negoziato in Europa”. “La redistribuzione tra i paesi dovrebbe essere obbligatoria e non facoltativa. Su questo – aggiunge – purtroppo il governo di Salvini ha fatto grossi passi indietro all’ultimo Consiglio europeo. Succede quando decidi di allearti con l’Ungheria di Orban anziché con i paesi del mediterraneo. Essere isolati in Europa non porta ad alcun risultato per l’Italia”.
Secondo la deputata del Pd, “è necessario soprattutto mettere al primo posto la tutela delle vittime della tratta degli esseri umani. Il vice premier Salvini dovrebbe, per prima cosa, parlare con le ragazze che arrivano in Italia e ascoltare le loro storie direttamente nei centri anti tratta, così forse smetterebbe di andare avanti per luoghi comuni”. Per questo, aggiunge, “mi auguro che il nuovo governo italiano non tagli i fondi stanziati dai nostri esecutivi per il piano anti tratta”.