ROMA – Appena nato il decreto dignità già fa apertamente parlare di sé. Paolo Gentiloni e Martina non si sono tirati indietro quando si è trattato di attaccare Luigi Di Maio.
Il dato controverso
Per loro, infatti, il provvedimento porterà 80mila disoccupati nei prossimi 10 anni. Che giungeranno tutti dal precariato, vittima designata del decreto legge. Di Maio, tuttavia, ha risposto apertamente alle accuse dando di fatto vita ad una polemica a distanza, tutt’altro che velata, tra lo stesso e l’ex ministro dell’economia Padoan. Alla base della discussione un dato numerico che è venuto fuori dalla relazione tecnica del decreto stesso. Quasi un gioco a ‘palla avvelenata’ tra le varie parti in causa che si sono accusate a vicenda per tutta la giornata di oggi. Secondo queste ‘verifiche’, infatti, quelle che rappresentano le prossime mosse che avranno come obiettivo l’anti-precariato porteranno ad una diminuzione dei contratti a tempo determinato nel numero di 8mila l’anno.
La reazione del leader M5S
E Di Maio, giocoforza, ha reagito a quella che secondo lui rappresenta una visione distorta della realtà: “Quel numero – ha tuonato il leader pentastellato – per me non ha alcuna validità. È un dato apparso nella relazione tecnica al decreto la notte prima che lo stesso venisse inviato al Quirinale. E posso assicurare che si tratta di un numero che non è stato messo dai miei ministeri o da altri ministri. La prossima volta – ha concluso – faremo uscire il decreto con la scorta per evitare situazioni simili”. Una cifra che sarebbe stata dunque inserita per indebolirlo, per “fare un po’ di caciara”. Un atteggiamento che però sembra non spaventare Di Mario che ha spiegato come l’obiettivo da raggiungere sia esattamente l’opposto. Vale a dire abbassare il numero di precari certamente ma al tempo stesso aumentare i contratti stabili. Insomma polemiche a distanza che rappresentano il gioco delle parti. E solo il futuro dirà chi avrà avuto ragione.