Air Force Renzi, 160 milioni (nostri) per un “pacco” con l’idromassaggio

“Va’, pensiero, sull’ali dorate”. Un aereo da 25 milioni di euro affittato all’Italia (noi) dagli arabi di Etihad per otto anni a 150 milioni. Lo scopo? Trasportare il fine pensiero di Renzie-Fonzie in giro per il mondo insieme a 300 persone divise in due classi sociali. E’ l’Air Force Renzi.

Il “pacco” pagato coi nostri soldi

Un “affarone”, secondo l’ex premier, che però non ha mai utilizzato il velivolo. D’altronde non era ancora pronto, in quanto manchevole del bagno e della vasca con idromassaggio, che qualcuno avrebbe dovuto montare per consentirgli di affrontare viaggi lunghi e stressanti.

Finora l’ambizioso progetto (l’aeroplanino può ospitare tre volte il numero dei passeggeri dell’Air Force One) ci è costato 75 milioni di euro, essendo state già onorate le prime rate. Il costo totale dell’operazione avrebbe dovuto superare quota 150 milioni. Ma alla fine l’Italia avrebbe dovuto restituire il mezzo a Etihad.

La conferenza stampa

Lo hanno spiegato i ministri dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e dei Trasporti Danilo Toninelli durante una conferenza stampa a Fiumicino, nell’hangar in cui l’aereo, un Airbus A340-500, è custodito. Un edificio preso a noleggio (altri soldi nostri), visto che gli hangar di Ciampino non avrebbero potuto contenerlo, date le dimensioni.

La fusoliera contiene due partizioni per la prima classe e due per la seconda. Trecento posti. Troppi, verrebbe da ironizzare, per un solo bagno, per quanto extralusso. Di Maio e Toninelli hanno annunciato la risoluzione del contratto, senza penale e un risparmio di circa 80 milioni. Un piccolo dettaglio: i documenti dell’operazione erano segretati.

Naturalmente, i nostalgici dell’ancien régime (vicini alla galassia Gedi di Carlo De Benedetti, quello che guadagnava con le dritte di Renzi) hanno criticato l’iniziativa, bollandola come “blitz costruito” e paragonandola freudianamente a quelle che seguirono la presa del Palazzo d’Inverno o la caduta di Saddam Hussein. Pensa un po’, se uno li prendesse sul serio si ritroverebbe a tifare per gli zar senza nemmeno accorgersene.

L’inglese di Renzi

Resta comunque un dubbio. Se a “fini istituzionali” l’ex premier si fosse preoccupato di lavorare un po’ sul suo inglese, invece di mettere mano alla (nostra) tasca, forse avremmo risparmiato molti soldi e una ragguardevole collezione di figure di pupù.

Gode ancora di un buon “rating”, sulla rete, il “Discorso dello Shish”, che vede il povero toscanaccio procurarsi un’ernia nello sforzo di raccontare la commozione della madre di fronte al “Berlin Uollz”. Per non parlare dell’intervista alla CNN, in cui ci dona una splendida imitazione di Mr Bean.

C’è persino il video di una trasmissione francese in cui lo (ci) si prende per i fondelli per un tremendo incontro con l’allora presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Renzie-Fonzie arriva in ritardo folle, saluta Schulz dandogli il cinque e lo trascina per la collottola tra le grinfie di una comitiva di italiani a caccia di selfie. Ma non vi racconto tutto, guardatelo, ne vale la pena.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome