Roma (LaPresse) – Pd, Leu e Forza Italia non stanno partecipando al voto per il presidente Rai in commissione di Vigilanza. Come annunciato, invece, FdI sta votando. Pd, Leu e Forza Italia, pur non partecipando al voto, sono comunque presenti.
È iniziata a palazzo San Macuto la riunione della commissione di Vigilanza Rai. In apertura dei lavori il presidente Alberto Barachini ha reso noto l’invio di una lettera da parte dell’amministratore delegato Fabrizio Salini in cui si rende nota la nomina da parte del Cda di Marcello Foa, per il quale serve un parere vincolante della commissione con la maggioranza dei due terzi dei membri. Subito dopo è iniziato il voto.
In commissione di vigilanza Rai sono stati 22 i pareri favorevoli – e una scheda bianca – per la nomina di Marcello Foa a presidente Rai. Per il via libera serviva una maggioranza dei due terzi, cioè 27 voti su 40 componenti a commissione. Pd, Leu e Fi, pur presenti, non hanno partecipato al voto. Unica eccezione il forzista Alberto Barachini che è presidente della commissione e ha votato, presumibilmente scheda bianca.
Per Cantone entusiasmo eccessivo di Marcello Foa
“L’esultanza di Marcello Foa per il voto del Cda Rai è davvero incomprensibile: senza il suo auto-voto e il voto dell’ad, il giornalista sardo non avrebbe superato nemmeno lo scoglio più facile, quello del Cda”. Lo dichiara Carla Cantone, componente Pd in Commissione Vigilanza Rai, a proposito del voto del Cda Rai. “Un rapido calcolo dei voti espressi – spiega – è impietoso con Foa. Il giornalista ha ottenuto 5 voti su 7 (un voto contrario e un astensione). Se dunque ai 5 voti a favore, sottraiamo il voto dell’ad Salini, che al contrario di quando accade di solito non si è astenuto, e del voto che il candidato ha espresso per se stesso, Foa è riuscito a convincere solo 3 persone. In altre parole, persino nel cda è espressione di una fragile minoranza. Se lui non si fosse votato da solo e l’ad si fosse astenuto, non avrebbe nemmeno la maggioranza del Cda”. “Ora Foa deve comunque affrontare il voto finale e decisivo per il suo mandato di presidente, quello della Vigilanza. Dal nostro punto di vista ribadiamo che il giornalista non ha affatto i requisiti di equilibrio ed equidistanza per ricoprire quel ruolo”, conclude.