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TRANI – Quell’inchiesta era costata ai penta-leghista l’accusa di doppio-pesismo. “Giustizialisti sono con gli altri”, aveva gridato l’opposizione (soprattutto i democrat). Ora, però, una delle indagini a carico di Paolo Savona, attuale ministro delle Politiche europee, è stata archiviata.
Archiviazione per il ministro
A Savona la Procura di Trani aveva contestava il reato di usura bancaria. L’inchiesta, oltre al ministro, aveva coinvolto altre 61 persone (vertici e funzionari di vari istituti di credito e alcuni dirigenti della Banca d’Italia).
Le persone finite sul registro degli indagati avrebbero calcolato su alcuni finanziamenti i tassi sul credito accordato e non su quello realmente dato al cliente. Il meccanismo, sostiene l’accusa, consentiva di far apparire i tassi sui prestiti più bassi di quelli praticati ai correntisti. Nel ‘giro’ per la Procura c’erano Mps, Popolare di Bari, Bnl e Mps.
Alcuni funzionari di Palazzo Koch e del ministero del Tesoro avrebbero concorso moralmente nel reato di usura bancaria.
Il gip ha cestinato l’impianto accusatorio. I dirigenti non avrebbero avuto ‘dolo diretto’ nella presunta condotta illecita.
La seconda indagine
Paolo Savona, in qualità di ex presidente dell’Unicredit-Banca di Roma, resta indagato, con altre 23 persone, in un’altra inchiesta (coordinata dalla Procura di Campobasso). Al centro dell’attività investigativa ci sono ancora presunti reati di usura bancaria.