PALERMO – Mafia e denaro. Confiscato il tesoro di Giuseppe Acanto, ex consigliere regionale. Il tribunale ha messo i sigilli al patrimonio del politico siciliano, valutato circa 800 milioni di euro.
La decisione del tribunale
Tre anni fa il sequestro, oggi la confisca decisa dalla sezione Misure di prevenzione del palazzo di giustizia di Palermo. Il collegio presieduto dal giudice Raffaele Malizia ha accolto la richiesta di Marzia Sabella, procuratore aggiunto del capoluogo siculo.
Società, titoli di credito, distributori di benzina e appartamenti, formalmente di proprietà di Acanto, ora sono delle Stato. Il tribunale ha ravvisato una sproporzione tra i beni nelle disponibilità dell’imputato e le sue entrate dichiarate.
I giudici hanno restituito 9 milioni di euro ad Antonio Corocco ed Elisa Di Girolamo. Per l’accusa i due erano prestanome di Acanto. La tesi della Procura distrettuale non è stata ratificata dai togati siciliani. Acunto, di professione ragioniere, secondo la Dda, era vicino alla famiglia Mandalà.
Il rapporto con Suscato
Per gli investigatori il politico avrebbe raccolto il denaro dell’avvocato Giovanni Sucato, racimolato grazie ad una mega truffa. Sucato morì nel maggio di 12 anni fa in circostanze poco chiare. Le forze dell’ordine ritengono che si sia trattato di un omicidio. Tra il 1996 e il 1998 Acanto sarebbe stato costretto a lasciare Palermo a causa di alcune minacce.
Acanto è stato consigliere regionale tra il 2004 e il 2006. Venne eletto in una lista collegata al Cdu.