GAZA – Torna la violenza sulla striscia di Gaza. Nella notte una pioggia di razzi e colpi di mortaio sono stati sparati contro Israele, in direzione sud. Dura la risposta del paese, che ha a sua volta colpito circa 140 postazioni nemiche. Negli scontri hanno perso la vita tre persone. Stando alle informazioni diffuse dai media locali, sono suonate ben 125 volte le sirene di allarme nel sud di Israele. Venticinque i razzi intercettati dal sistema anti missili sia ad Ashkelon sia nel Negev, nei pressi della Striscia di Gaza.
Gaza, le vittime degli attacchi
A fare le spese della follia omicida di questa notte sono state in tre. Si trattava di una giovane mamma incinta, la piccola che portava in grembo e la bambina che aveva avuto 18 mesi fa. La donna si chiamava Enas Khammash, aveva appena 23 anni. Bayan era il nome della figlioletta, morta anche lei sotto i colpi di in un raid che ha colpito Jafarawi, proprio al centro della Striscia di Gaza. Il marito e papà delle due si trovava insieme a loro al momento della morte. L’uomo è rimasto ferito. Ci sarebbe anche una quarta vittima, un uomo di 30 anni. I feriti sarebbero invece altri 11. Tra questi, una donna che si trova in condizioni disperate.
L’Onu teme una grave escalation
Nickolay Mladenov, l’inviato dell’Onu, si è detto “profondamente preoccupato” per quanto sta accadendo a Gaza. I timori sono si fondano sui molteplici “razzi lanciati contro le comunità nel sud dello Stato ebraico“, come ha detto Mladenov.
Dopo aver ricordato i recenti sforzi per arrivare a un’intesa, Mladenov si è rivolto alle due parti, invitando ad una cessazione delle ostilità. Se questa violenza “non verrà fermata, potrebbero verificarsi conseguenze devastanti per tutti“, ha detto.