Vaccini, le scienziate scrivono al ministro Grillo: “E’ pericoloso limitarne l’obbligo”

La voce della competenza biomedica italiana al femminile

ROMA (LaPresse) “I vaccini sono agenti preventivi. Limitarne l’obbligo a situazioni di emergenza o a quelle zone dove la copertura cada al di sotto del livello soglia è estremamente pericoloso. Non risponde ai criteri epidemiologici e non corrisponde alle raccomandazioni di enti internazionali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’implementazione di misure che limitino l’obbligo vaccinale avrà conseguenze sanitarie catastrofiche. E un impatto sociale e finanziario incalcolabile”. A sostenerlo, in una lettera aperta al Ministro alla Salute Giulia Grillo, sono le scienziate italiane. Tra cui la lucana professoressa Liliana Dell’Osso, riunite nel gruppoTop Italian Women Scientists.

Lettera aperta delle scienziate italiane al ministro Grillo

Costituito nel 2016, il Club delle Top Italian Women Scientists, un’iniziativa dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna e di Genere, è costituito dalle scienziate italiane più citate a livello internazionale in campo biomedico. E rappresenta la voce della competenza biomedica italiana al femminile. Molte di loro sono infatti esperte in immunologia, la disciplina che studia le malattie infettive e i vaccini che le prevengono. Le scienziate hanno scritto al Ministro per esprimere “la profonda preoccupazione a proposito dei progetti di legge sull’obbligo vaccinale”. E per chiedere il mantenimento dell’obbligo vaccinale.

L’importanza dell’obbligatorietà dei vaccini

“I vaccini – si legge nella lettera – proteggono la società intera. Le statistiche parlano chiaro. La vaccinazione contro il morbillo ha salvato più di 17 milioni di vite dal 2000 ad oggi. Nel 1985, i casi di poliomielite erano 350.000, distribuiti in 125 Paesi. Grazie ai vaccini, la polio è oggi presente solo in 4 Paesi (ancora troppi!). E ci sono speranze di sconfiggerla. Come si è fatto col vaiolo. Trenta malattie, tra cui il colera, la difterite, l’epatite B e la pertosse, possono essere prevenute con un vaccino”.

L’immunità di gregge

“L’obbligo vaccinale e l’immunità di gruppo che ne deriva non si limitano infatti solo a proteggere il singolo. Ma permettono anche di estendere la protezione a quegli individui che non possono ricevere il vaccino perché immunodepressi, affetti da malattie croniche. O per altre ragioni mediche. Per noi cittadini, vaccinare noi stessi e i nostri figli è un’azione di responsabilità e solidarietà sociale. Per il governo, offrire ed esigere l’obbligo vaccinale è segno di competenza, coscienza scientifica e maturità politica”.

Virus e infezioni acute

“I vaccini proteggono infatti non solo dalle infezioni acute. Ma anche da conseguenze che possono essere molto gravi. Il fuoco di Sant’Antonio che colpisce le persone anziane è causato dal virus della varicella, solitamente contratto durante l’infanzia. Il virus del morbillo sopprime la risposta immunitaria per anni. Rendendo l’individuo suscettibile ad infezioni batteriche e aumentando la necessità dell’uso di antibiotici. Nella donna, la rosolia contratta durante la gravidanza può provocare deformità nel feto. Nell’uomo la parotite può causare infertilità. Contrarre l’epatite B durante la prima infanzia aumenta in maniera drammatica il rischio di cirrosi e cancro del fegato. La lista potrebbe continuare. Ma il messaggio dovrebbe essere chiaro. I vaccini offrono protezione non solo da malattie che molti considerano ‘leggere’ ma spesso anche da gravi conseguenze a lungo termine.

Un’opinione rilevante

“L’Italia – sostengono le componenti Club delle Top Italian Women Scientists – ha fortissime competenze in materia di immunologia e malattie infettive. Competenze riconosciute dall’intera comunità scientifica internazionale. Riteniamo infatti che ascoltare e utilizzare tali competenze, anche come fonte di informazione pubblica qualificata, faccia parte dei doveri di un governo responsabile”.

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