CATANIA (Mino De Vita) – Duro colpo agli Assinnata, il clan di Paternò, comune di quasi cinquantamila abitanti della provincia catanese. La cosca è affiliata alla famiglia Santapaola.
L’inchino della statua e il via alle indagini
Il due dicembre del 2015, in occasione della festa patronale in onore di Santa Barbara, la processione si fermò per rendere omaggio al capoclan Salvatore Assinnata.
Gli accollatori mostrarono il loro ‘rispetto’ con un doppio inchino e il ‘dondolamento’ dei cerei. Probabilmente fu proprio quel segno di riverenza tributato al boss mafioso che ha consentito agli investigatori di individuare gli affiliati alla cosca.
Operazione ‘Assalto’
Le operazioni coordinate dalla Dda di Catania e condotte dalla compagnia dei carabinieri di Paternò, denominata “Assalto”, seguono un filone di indagini iniziato nel 2015. I primi frutti di quell’attività investigativa furono colti già febbraio del 2016: con l’inchiesta “The End” vennero arrestate cautelarmente di 14 persone.
Dieci le persone fermate oggi e tra queste spicca Domenico Assinnata, 28 anni, figlio del boss Salvatore (già recluso nel carcere di Siracusa) che avrebbe retto le leve del clan e curato i rapporti interni ed esterni al clan.
Gli altri raggiunti dai provvedimenti cautelari sono: Erminio Laudani, 49 anni, Gaetano Laudani, 21 anni, Marco Impellizzeri, 25 anni, Samuele Cannavo’ Samuele, 21 anni, Marco Giuseppe Sciacca, 24 anni, Cristian Terranova, 26 anni, Ivan Gianfranco Scuderi, 24 anni, e Rosario Sammartino, 39 anni.
Le accuse
Agli inquisiti la Procura distrettuale contesta, a vario titolo, l’associazione di tipo mafioso, il traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, tentato omicidio ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.
La droga
L’inchiesta avrebbe delineato anche la mole delle attività illegali nel settore delle estorsioni perpetrate dal Clan Assinnata a danno di imprenditori nell’area etnea. La Dda, inoltre, avrebbe individuato anche i canali di approvvigionamento e spaccio di sostanze stupefacenti che ha portato, nel corso delle indagini, all’arresto di dodici pusher colti in flagranza di reato.
L’inchino dei portatori dei cerei davanti all’abitazione dello storico boss Assinnata che voleva essere un segno di riverenza da parte dei fedeli a Santa Barbara e dei devoti al clan, si è rivelato un atto di autoaccusa degli affiliati al più potente clan dell’area catanese.