Da Giau (Pd), i prefetti promuovono l’accoglienza diffusa dei migranti e bocciano il piano di Fedriga

Trieste – “Quando eravamo noi a dire che la direzione del governo sulla gestione dei migranti non era quella giusta, ovviamente sbagliavamo. Peccato che ora, di fatto, lo dicano anche i prefetti. A questo punto o nessuno capisce nulla e ha ragione solo la Giunta Fedriga, oppure c’è qualcosa che non va.

Occorre gestire la questione con responsabilità 

che non si risolve né con parole eclatanti, né con gli spot”. A dirlo è la consigliera regionale del Pd Chiara Da Giau commentando le audizioni dei prefetti odierne in VI commissione, sulle modifiche al Piano immigrazione.

Approccio ideologico sul piano immigrazione

Le audizioni odierne hanno messo tragicamente in luce la profonda distanza tra la propaganda dell’assessore Roberti e della Giunta Fedriga e la realtà, la consistente differenza tra chi agisce avendo come unico obiettivo il proprio consenso finalizzato al potere e chi opera con dedizione e competenza per dare vera soluzione ai problemi del territorio e della comunità”.

Partire dagli interventi dei quattro prefetti

E proseguire con le testimonianze di chi conosce davvero la realtà degli stranieri, richiedenti asilo. “E’ apparso chiaro che l’azione della Giunta sul piano immigrazione risponde a un approccio ideologico che Roberti ha confermato, sostenendo che “hanno espresso opinioni e non hanno portato dati“.

Ridurre l’investimento in accoglienza accresce i costi sociali e alimenta l’illegalità 

Il piano voluto da Fedriga – dice la consigliera Pd – che spazza via le attuali previsioni, si richiama al contenimento della spesa, alla riduzione dell’illegalità, allo smantellamento dell’accoglienza diffusa.

Prefetti ed esponenti del volontariato hanno affermato il contrario

“Ridurre l’investimento in accoglienza accresce sia i costi sociali che la probabilità di alimentare illegalità e delinquenza”.

L’accoglienza diffusa è uno strumento utile al controllo

“I progetti a sostegno di alfabetizzazione, formazione professionale, interculturalità sono indispensabili per l’integrazione e per la pace sociale. Appare dunque evidente che non c’è alcun interesse da parte della Giunta a garantire soluzioni efficaci, bensì ad alimentare lo stato di tensione e paura su cui le forze che attualmente governano Regione e Stato puntano per tenere saldo il consenso su se stesse“.

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