Motomondiale, Pernat: “Per Fenati ci vorrebbe un anno di servizi sociali”

Parla il manager dei piloti italiani più importanti

Spanish Moto3 rider Aron Canet (C), winner; Italian Romano Fenati (L), second, and Spaniard Joan Mir (R), third, celebrate on podium after Spain's Moto3 GP race at Jerez de la Frontera's track, southern Spain, 07 May 2017. EFE/ Jose Manuel Vidal

MILANO (LaPresse)“Ci vorrebbe un anno di servizi sociali”. Intervenuto in diretta nel corso di Tutti Convocati su Radio 24, Carlo Pernat, in passato manager dei piloti italiani più importanti come Valentino Rossi, Loris Capirossi e Andrea Iannone. E prossimo direttore sportivo della casa motociclistica MV Augusta, ha commentato le conseguenze del gesto di Romano Fenati, reo di cercare di tirare il freno della moto di Andrea Manzi nel corso della gara di Moto2 di domenica a Misano. Licenziamento da parte del Team Snipers, straccio del contratto da parte della MV Augusta, con cui Fenati avrebbe dovuto correre dalla prossima stagione. E ritiro della licenza per correre da parte della Federazione Moticiclistica Italiana.

Il commento di Pernat, menager dei più grandi piloti

“Non si poteva fare altro, e ci mancherebbe altro che una casa come la MV rientrasse nelle gare con un personaggio che in questo momento e credo anche nel futuro avrà una macchia nera indelebile”, ha detto Pernat a Tutti Convocati su Radio 24.

“Poi non si tratta di essere giustizialisti. Io capisco anche il discorso tra virgolette un po’ innocentista perché ci sono sempre gli episodi che poi ti fanno arrivare a certe soluzioni”, ha continuato. “Però gli episodi possono essere molti, possono essere anche brutti. Ma una reazione di questo genere no. La cosa che mi ha fatto più stupito è stata la reazione dei piloti, di Luchinelli, Reggiani, Agostini, che hanno detto che lui non avrebbe dovuto correre fino a fine anno. Se non addirittura essere radiato”.

Il caso Fenati

“Quindi quando i piloti di un certo livello hanno questa reazione significa che questa è una cosa veramente oltre. A me dispiace dire queste cose perché Romano l’ho gestito fino a un mese fa e posso garantire che è un ragazzo con delle reazioni che non sono solamente istintive. Ma è una persona che ama le moto e che davvero non farebbe male ad una mosca. Ho anche vissuto insieme a lui. Però qui tracima la diga, è una cosa che non si può perdonare”.

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