MILANO – Morto per soffocamento a 14 anni, il pm ordina il sequestro preventivo e d’urgenza dei siti internet frequentati dall’adolescente. Si tratta del mortale quanto stupido gioco del ‘Blackout’. Una sfida per i giovani, che consiste nell’asfissiarsi fino allo svenimento. Il giovane di nome Igor Maj è stato trovato morto lo scorso giugno. Il ragazzo è stato trovato impiccato con una corda al collo. Il sequestro è stato disposto “mediante ordine agli internet service provider” di inibire e rimuovere quei video in cui si parla della pratica dell’autosoffocamento.
Il sequestro e i sospetti, il pm: “capire se è stato obbligato psicologicamente”
Dietro il gioco mortale potrebbe però nascondersi qualcos’altro oltre alla ricerca dello ‘sballo’. Così la pensano infatti il procuratore aggiunto Milano Tiziana Siciliano e il pm Letizia Mocciaro. “Si tratta di capire chi vi sia dietro questo macabro gioco. Soprattutto se sia stato indotto psicologicamente o obbligato a compiere tale gesto estremo da parte di qualcuno” scrivono nel decreto di sequestro preventivo d’urgenza. A insospettire gli inquirenti un filmato visualizzato dall’adolescente a proposito di ‘cinque sfide pericolosissime’. Tra cui ci sarebbe anche l’autosoffocamento indotto del famigerato ‘blackout’.
Blackout e soffocamento indotto: lo ‘sballo mortale’ che uccide i ragazzi
Una pratica insolita quella del ‘blackout’. Una nuova, pericolosa moda che va diffondendosi tra i più giovani. La ‘sfida’ è quella di soffocarsi con le proprie mani fino allo svenimento. Un gioco allucinante secondo i pm. E non si tratta della prima volta che se ne parla . “Di questa pratica assurda si era iniziato a parlare dallo scorso mese di febbraio – dicono i pm. – In quel mese un altro 14enne venne trovato in fin di vita a Tivoli, in provincia di Roma. Il giovane era rimasto strangolato con il cavo della sua Playstation. Venne trasportato in fin di vita all’ospedale Gemelli. Ma non ci fu nulla da fare e morì dopo pochi giorni”. Il gioco si era diffuso negli Stati Uniti nel 1995. A Preoccupare giovani e istituzioni il fatto che, in giro sulla rete, ci sono migliaia di video sul ‘blackout’.