REGGIO EMILIA – La ‘ndrangheta al nord, in Emilia Romagna, a Brescello. Secondo il Cross si è infiltrata a piccole dosi, in modo “omeopatico”. A studiare come la mafia calabrese si sia insinuata nel paese emiliano è stato l’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università di Milano, guidato da Nando Dalla Chiesa.
Infiltrazione lente
Un’area da “non sporcare”, dove lo ‘ndranghetista si è “comportato come si deve”. Una zona, però, caratterizzata da un’elevata “concentrazione” di appartenenti alla criminalità organizzata.
La ‘ndrangheta a Brescello si è infiltrata lentamente, come “una marea che sale” per poi diventare progetto.
Il dossier del Corss è stato presentato alla Camera del Lavoro di Reggio Emilie. Un documento frutto di 8 mesi di indagini e analisi sul comune sciolto per infiltrazione mafiosa nell’aprile del 2016. A gestire Brescello, dopo il decreto presidenziale, è stata una triade di commissari. Ma i funzionari inviati dallo Stato sostengono di aver trovato resistenza, “diffidenza e pregiudizi” .
I no della scuola
I cittadini non erano preparati ad una situazione del genere. La stessa scuola non è stata pronta a sensibilizzare le nuove generazioni con iniziative tese a ricordare il male prodotto dalla mafia. All’invito ad organizzare una manifestazione in memoria della strage di Capaci l’Istituto comprensivo di Poviglio e Brescello, ha raccontato Il Fatto Quotidiano, ha risposto picche: i programmi per il 2018 erano già stati stilati. E quind se ne riparlerà l’anno prossimo.
Quello che era necessario per dare una svolta (in positivo) al territorio era stato detto esplicitamente da Giacomo Di Matteo, componente della triade commissariale che ha gestito Brescello nella fase post-scioglimento: “La mobilitazione delle forze sane è compito di tutti se vogliamo davvero avviare un percorso culturale e sociale capace di creare gli anticorpi per il futuro”.