ROMA – Il tesoriere della Lega Giulio Centemero è indagato dai magistrati romani per i soldi versati dal costruttore Luca Parnasi alla fondazione Più Voci. Per lui è scattata l’accusa di finanziamento illecito. I 250mila euro elargiti nel 2015 per l’acquisto di spazi pubblicitari in realtà servivano – stando alla contestazione dei pm guidati dall’aggiunto Paolo Ielo – a sostenere economicamente il partito.
L’inchiesta
L’imprenditore ha fatto delle ammissioni: “Pagavo la politica per garantirmi favori”. Parnasi ha raccontato di aver trattato direttamente con Centemero. Proprio come sarebbe accaduto con il tesoriere del Partito democratico Bonifazi, incontrato nel suo ufficio all’interno della Camera dei deputati, ha ammesso di aver concordato i pagamenti. Qualche settimana fa il tesoriere aveva fornito una versione diversa. “Conosco Parnasi da anni, mi è stato presentato da un amico comune, poi da cosa nasce cosa. Quando fai attività no profit bisogna avere la faccia di tolla e lui ha accettato di sostenerci. È tutto tracciato”.
I soldi e il partito
Ma le verifiche hanno dimostrato che quei soldi erano un investimento sul partito e adesso si va avanti per accertare se successivamente siano stati elargiti altri finanziamenti. Fino a poche settimane prima del suo arresto, Parnasi ha avuto incontri con Matteo Salvini e con il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. I sospetti della procura di Roma si concentrano sui fondi ricevuti dalle fondazioni Eyu e Più Voci.
Al momento i magistrati di piazzale Clodio sono in una fase più avanzata sul versante dem. Motivo: i 150mila euro elargiti dal costruttore alla fondazione per uno studio immobiliare che ne valeva un terzo sarebbero in realtà destinati al Partito Democratico, ma non iscritti correttamente nei bilanci. Una mossa che configurerebbe l’ipotesi di reato di finanziamento illecito.