Manovra, Giorgetti: l’Italia ha preso impegni con l’Ue, non può trascurare i vincoli

Prosegue l’asse M5s-Lega per sfondare 2%, Tria è perplesso ma si tratta. Giorgetti ribadisce il piano Juncker e ricorda gli impegni presi dall'Italia con l'Ue in termini di stabilità dei conti pubblici

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Giancarlo Giorgetti

ROMA – Il governo è al lavoro per confezionare la manovra fiscale. Molti i punti ancora in essere per la definitiva consacrazione. E tra questi ci sono il rispetto dei vincolo imposto da Bruxelles e le pensioni.

L’intervista

“Non possiamo trascurare i vincoli e gli impegni che ci vengono dall’Europa per non esporre la finanza pubblica ad altri rischi. Da qui la necessità di utilizzare al meglio tutte le risorse già disponibili”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Giancarlo Giorgetti è intervenuto al convegno della Corte dei Conti tenutosi a Varenna in provincia di Lecco, sottolineando, inoltre, gli impegni presi dall’Italia con l’UE in termini di stabilità dei conti pubblici.

Il Piano Junker

“Il Piano Juncker – spiega – anche grazie alla Bei, si è rivelato più efficace del previsto laddove ha consentito di attivare, attraverso l’effetto leva, un ingente volume di risorse. Sarebbe quindi opportuno che l’Italia si facesse promotore di un rilancio di questo piano, che sarebbe decisivo per la crescita economica europea”. E il premier Conte aggiunge: “Siamo tutti concentrati, a tutti i livelli, su un obiettivo, fare la manovra migliore per questo Paese”

L’addio alla legge Fornero

Intanto il governo è al lavoro su un’ipotesi di riforma delle pensioni con quota 100 e un minimo di 62 anni di età e 36-37 anni di contributi. E’ quanto si apprende da ambienti vicini al dossier. Con minimo 36 anni di contributi uscirebbero nel 2019 ben 450 mila lavoratori in più rispetto alle regole attuali; con 37 anni l’uscita riguarderebbe 410 mila persone in più rispetto all’attuale sistema.

La quota 100

L’ipotesi di riforma delle pensioni con quota 100 sta prendendo forma, ma vi sono alcuni dettagli da mettere a punto, che invariabilmente sono destinati a cambiare la vita di migliaia persone. In base a quanto emerso dopo il vertice di venerdì scorso, oltre 400 mila lavoratori potrebbero finalmente raggiungere l’agognato traguardo nel 2019 rispetto all’attuale sistema delineato dalla Riforma Fornero. Di questi il 60% apparterrebbero al settore privato ed il 40% a quello pubblico. Ogni scelta produrrà delle conseguenze numeriche sui pensionamenti nel 2019, vale a dire che con l’ipotesi 63 anni (classe 1956) e 36 anni di contributi potrebbero andare in pensione 450 mila lavoratori in più rispetto alle regole vigenti, e su questa proposta starebbe spingendo la Lega, mentre con 64 anni d’età (classe 1955) e 37 anni di contributi il beneficio riguarderebbe 410 mila persone in più.

Pensione anticipata

Parallelamente si lavora anche sui contributi necessari ad andare in pensione anticipata indipendentemente dall’età: in base allo schema attuale nel 2019 occorrerebbero 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne, mentre l’ipotesi allo studio sarebbe quella di portarli a 41 anni e 6 mesi. Fra le varie proposte sul tavolo, avanzata dalla Lega, vi sarebbe poi la possibilità di riscattare gli anni di Laurea a tassi agevolati (oggi le richieste di riscatto sono molto onerose ed in pochi ne hanno fatto domanda) ed una sorta di sanatoria contributiva, che consentirebbe ai lavoratori di coprire gli anni contributivi scoperti sempre con meccanismo agevolato, con la finalità di favorire i lavoratori precari.

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