FOGGIA – Svolta nelle indagini sulla strage di San Marco in Lamis del 9 agosto dello scorso anno. Due persone sono infatti state arrestate questa mattina per l’agguato nel quale furono uccisi il boss Mario Luciano Romito e il cognato Matteo De Palma, che gli faceva da autista, oltre ai fratelli Luigi e Aurelio Luciani, semplici agricoltori.
Loro, innocenti e del tutto estranei alla vicenda, ebbero la sola ‘colpa’ di trovarsi al momento sbagliato nel luogo sbagliato: vennero uccisi, infatti, per un incredibile scambio di persona.
L’operazione
All’alba, però, i carabinieri del comando provinciale di Foggia insieme ai colleghi di Bari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone di Manfredonia. A coordinare l’operazione è stata la Direzione distrettuale antimafia che ha dato vita ad un’indagine per partecipazione alla strage di mafia. E ha richiesto così la misura cautelare che è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari di Bari.
I fatti
Fu una vera e propria strage, compiuta in pieno giorno. Sullo sfondo la strada provinciale 272 nei pressi della stazione ormai dismessa di San Marco in Lamis. Un obiettivo chiaro e individuato da tempo dai sicari con le vittime a bordo di un maggiolone Volkswagen. Improvvisamente i killer affiancarono quella macchina e aprirono il fuoco, uccidendo il boss e suo cognato grazie ad una una raffica di proiettili di kalashnikov e di un fucile da caccia calibro 12.
La morte di due innocenti
Pochi istanti più tardi ecco arrivare un altro veicolo con a bordo i due agricoltori. In quel momento quest’ultimi vennero evidentemente scambiati per due fedelissimi del boss e crivellati di colpi. Questa una tesi, senza tralasciare la possibilità che gli stessi sarebbero stati uccisi in quanto testimoni scomodi dell’omicidio. Oggi i due arresti, che forse chiariranno i punti interrogativi che ancora aleggiano sulla storia.