ROMA – Un adulto su tre ha giocato d’azzardo almeno una volta nell’ultimo anno. Sono alcuni dei dati emersi dalla prima indagine epidemiologica sul gioco d’azzardo. E’ stata realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito dell’accordo con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, presentata oggi a Roma.
I dati
“Gioca d’azzardo – spiegano gli esperti – quasi un uomo su due (il 43,7%) e una donna su tre (29,8%). Soprattutto tra 40 e 64 anni anche se di solito si inizia tra i 18 e i 25″.
L’intervista
“Questa indagine – spiega Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS – ci offre la possibilità di fotografare un fenomeno. Al Sud e nelle Isole monitoraggio può essere una guida per valutare l’efficacia delle azioni di prevenzione e gli interventi di assistenza”.
La dipendenza dal gioco d’azzardo
Si colloca nel Manuale dei Disturbi Mentali ed è caratterizzato dall’incapacità di resistere alla tentazione “persistente, ricorrente e maladattiva” di giocare somme di denaro elevate.
Le conseguenze più dirette si rilevano nel deteriorarsi delle attività personali, familiari e lavorative.
E’ possibile che il soggetto che soffre di dipendenza da gioco metta a repentaglio anche una relazione affettiva significativa, il lavoro o delle opportunità scolastiche solo per perseguire nel gioco d’azzardo.
Disturbo ossessivo compulsivo (doc)
Come per altre dipendenze, anche quella da gioco d’azzardo può essere considerata una variante del Disturbo Ossessivo-Compulsivo sulla base della natura compulsiva dell’azione associata all’incapacità di smettere. Ciò che differenzia differenzia però nettamente il Disturbo Ossessivo-Compulsivo dai Disturbi del Controllo degli Impulsi è che se nel caso del doc la compulsione ha la funzione di ridurre un’emozione negativa (in genere l’ansia), nella dipendenza da gioco la compulsione produce emozioni positive a cui il soggetto non riesce a rinunciare.