Processo Cucchi, il pm: “Ordini dall’alto su bugie dopo il pestaggio”. Bonafede in tribunale

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse Nella foto: il Pm Giovanni Musarò

Roma – “Questa storia è costellata di falsi iniziati subito dopo il pestaggio e proseguiti in modo ossessivo dopo la morte di Cucchi“.

Il pm Giovanni Musarò mette un nuovo tassello nel processo sulla morte del geometra 

Le novità arrivano dagli sviluppi dell’indagine nata dalle dichiarazioni in aula del carabiniere Francesco Di Sano finito sotto indagine insieme ad altre sei persone, cinque delle quali suoi colleghi e superiori.

Dalle verifiche svolte in procura “emerge la conferma inequivocabile che quanto riferito da Di Sano è vero e la modifica della relazione (da lui fatta dopo la morte di Cucchi ndr) è stata di fatto l’esecuzione di un ordine veicolato dal comandante di stazione, che a sua volta aveva ricevuto ordine dal comandante di compagnia, che aveva ricevuto ordine dal gruppo”, aggiunge Musarò.

“L’indagine dà uno spaccato di cosa accadeva in quei giorni in alcuni uffici romani e del clima che si respirava e aiuta a comprendere come sia stato possibile far sparire una annotazione sul caso e perché in nove anni nessuno ne abbia parlato – prosegue -. Questo si è tradotto nell’indirizzare in maniera scientifica le prove verso persone che non avevano alcuna responsabilità che sono finite a processo fino in Cassazione e oggi sono qui come parti civili“.

Nelle 700 pagine depositate a processo ci sono i dettagli della nuova inchiesta, a cominciare dai nomi degli indagati, tra i quali spicca quello del tenente colonnello Francesco Cavallo all’epoca dei fatti capufficio del comando del Gruppo carabinieri Roma.

Nuove intercettazioni, alcune feroci

Forse irrilevanti ai fini del processo e dell’indagine attuali, le parole pronunciate da un carabiniere la cui voce è stata ricondotta dagli inquirenti a quella di Vincenzo Nicolardi, oggi alla sbarra per calunnia: “Magari morisse, li mortacci sua“, dice parlando di Stefano il giorno dopo l’arresto.

Visita a sorpresa del guardasigilli

Ho detto a Ilaria che stiamo lavorando affinché casi come il suo abbiano giustizia e che questa arrivi in tempi brevi. Non tutte le famiglie hanno persone con la determinazione di Ilaria Cucchi e non è giusto che chi chiede giustizia debba far conto sulla propria determinazione per ottenerla“, ha detto il ministro Alfonso Bonafede dopo aver brevemente parlato con Ilaria Cucchi in tribunale.”Questo senza entrare nel caso specifico di Cucchi – precisa -. Come ministro non posso entrare nel singolo caso e non voglio farlo“.

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