MARCIANISE – In pieno stile renziano il leader del Movimento 5 Stelle fa visita ai vertici dell’interporto Marcianise-Maddaloni. Lo fa senza avvisi ai media, le malelingue dicono per evitare contestazioni dei militanti delusi. Sta di fatto che i Cinque Stelle, nella persona del capo politico Luigi Di Maio, vanno a prostrarsi (con sorrisi a piena dentatura) alla corte degli artefici del mancato sviluppo di quello che, a detta di tanti, doveva rappresentare il volano per il rilancio dell’area industriale definita ‘più importante d’Europa’.
Lo snodo interportuale e la ‘chiusura’ del famoso corridoio 8
E sì, lo snodo interportuale doveva significare la ‘chiusura’ del famoso corridoio 8, capace di smistare le merci in arrivo al porto di Napoli per spedirle su rotaia in tutta Europa. Ma tant’è: gli interessi di pochi prevalsero sulle ragioni dello sviluppo del territorio. La speculazione del patron Giuseppe Barletta (che ad oggi non ha ancora pagato i terreni oggetto di esproprio) andò a buon fine e, grazie alle concessioni rilasciate da Giuseppe Maccauro, assessore regionale al commercio di Forza Italia di allora, parte significativa dell’area divenne a destinazione commerciale. Favorendo così l’insediamento del mega centro commerciale Campania, le cui opere edili furono realizzate dallo stesso Barletta. Niente di nuovo sotto il sole: la speranza che la politica avesse finalmente cambiato pelle e direzione sembra essere miseramente naufragata, la delusione dei militanti pentastellati è sempre più palpabile.
Le visite ai poteri forti vanno infuriare gli elettori
Le visite ai ‘poteri forti’ hanno assunto una frequenza vertiginosamente crescente, che trova il contraltare nella sparizione delle occasioni di contatto con i cittadini. La parabola discendente di quello che fu il movimento di Beppe Grillo sembra sempre più evidente, con buona pace di chi aveva creduto nel cambiamento. Matteo Renzi ha cantato le lodi a Gilberto Benetton, Luigi Di Maio a Giuseppe Barletta: più chiaro di così…