Roma (LaPresse) – “Non intendo più perdere tempo a commentare la produzione industriale delle sciocchezze di Di Maio e il suo perenne e indecente scaricabarile. La perdita di 40mila posti di lavoro, e siamo solo all’inizio, esito del suo Decreto è il migliore commento alla sua arroganza e alla sua insipienza. Che finora ci hanno regalato solo licenziamenti e il peggior condono edilizio di questo Paese”. Così a LaPresse la senatrice ed ex viceministro all’Economia Teresa Bellanova, interpellata sulle dichiarazioni di Di Maio e Salvini sul calo del Pil. I due vicepremier hanno attribuito la responsabilità della diminuzione del Pil ai governi Renzi e Gentiloni.
L’attacco della ex senatrice ed ex viceministro all’Economia
“Una cosa però deve essere ben chiara: per la prima volta nel nostro Paese i lavoratori e le lavoratrici vengono licenziate non dalle imprese ma per decisione del Governo – sottolinea la senatrice -. E’ così che Salvini e Di Maio pensano di fare crescere l’Italia? Di Maio può dire quello che vuole e arringare come meglio crede sui social. Di fatto, nelle bozze di Manovra fin qui circolate io non vedo nessun impianto teso a favorire la crescita e il lavoro vero, non vedo una strategia per il Mezzogiorno, non vedo investimenti. E non capisco né cosa né come sarà il reddito di cittadinanza, dal momento che lo scriveranno successivamente con un Decreto ad hoc”.
“Una cosa però deve essere ben chiara: per la prima volta nel nostro Paese i lavoratori e le lavoratrici vengono licenziate non dalle imprese ma per decisione del Governo – sottolinea la senatrice -. E’ così che Salvini e Di Maio pensano di fare crescere l’Italia? Di Maio può dire quello che vuole e arringare come meglio crede sui social. Di fatto, nelle bozze di Manovra fin qui circolate io non vedo nessun impianto teso a favorire la crescita e il lavoro vero, non vedo una strategia per il Mezzogiorno, non vedo investimenti. E non capisco né cosa né come sarà il reddito di cittadinanza, dal momento che lo scriveranno successivamente con un Decreto ad hoc”.