SOTTOTITOLO: Conte e Tria a lavoro per evitare la procedura d’infrazione Ue
ROMA – C’è un contratto e va rispettato. Come sempre accade, c’è fibrillazione prima del varo della manovra finanziaria. La discussione tra Lega e Movimento 5 Stelle sui diversi provvedimenti da inserire nella Legga di Bilancio prosegue e, sostanzialmente, quello che non verrà approvato ora verrà inserito in decreti ad hoc a gennaio 2019. Intanto Luigi Di Maio risponde a Giancarlo Giorgetti: “Abbiamo firmato un contratto di governo. Va rispettato da entrambi i contraenti“, spiega sulle colonne del Corsera. E poi assicura: “Il reddito di cittadinanza sarà operativo nel primo trimestre 2019. Se vedo un problema non è nelle risorse o nelle norme. Ma quando qualcuno non crede in quello che stiamo facendo“. La stoccata è nei confronti del sottosegretario leghista, ma rientra nella normale dialettica politica.
Ridurre il deficit e mantenere le promesse: missione possibile
La questione che tiene banco nel governo gialloverde è sempre la stessa: la necessità di ridurre il deficit. Il rischio è di non riuscire a mantenere tutte le promesse fatte in campagna elettorale. Anche se il tempo c’è, così come le strade alternative. Giorgetti nei giorni scorsi aveva manifestato alcuni dubbi sul Reddito, centrale nelle politiche pentastellate. Oltre a Di Maio, già Fraccaro, in maniera più dura, aveva smentito l’esponente del Carroccio assicurando: ila misura arriverà insieme alla riforma delle pensioni a mezzo decreto. Quando? Subito dopo la manovra, nei giorni successivi a Natale.
Trovare le coperture e dribblare la procedura d’infrazione
Intanto il premier Giuseppe Conte rassicura sulle coperture finanziarie: ci sono. Un chiarimento pare esserci già stato. Così come le polemiche, definite “inutili e pretestuose” sono state mitigate da alcuni incontri tra i vertici di Lega e 5 Stelle. L’obiettivo, adesso, è evitare una procedura d’infrazione sulla manovra e rispondere ai rilievi di Bruxelles. Ma senza snaturare l’obiettivo dei due partiti di governo. Un lavoro non facile, di diplomazia tra i due partiti e tra il governo e l’Ue. Conte e il ministro dell’Economia Giovanni Tria stanno provando tutte le strade. La volontà politica per farlo però c’è.