Elezioni di midterm, repubblicani e progressisti mai così radicali. E’ l’effetto Trump sui due maggiori partiti americani

Per il presidente degli Usa, quello del midterm rappresenta il primo vero test elettorale a quasi due anni dall'elezione.

AFP / Nicholas Kamm in foto il Presidente USA Donald Trump

WASHINGTON – La radicalizzazione delle posizioni di repubblicani e democratici fa da sfondo alle elezioni di midterm. Un evento di grossa portata, non ridotta a pochi intimi dei due maggiori partiti americani. E che sembra essersi dipanato sulla scorta di idee, parole e azioni di Donald Trump. Per il presidente degli Usa, quello del midterm rappresenta il primo vero test elettorale a quasi due anni dall’elezione. Per adesso, ha ottenuto certamente uno scostamento di Gop e dem verso posizioni più radicali.

Riferimenti etnici e nazionalismo marcato, così Trump ha trasformato il partito repubblicano

Sono le dichiarazioni e le posizioni dei protagonisti di queste elezioni a dare una misura di come si sia trasformato lo scenario politico americano. I repubblicani hanno messo da parte concetti come e fedeltà atlantiche, i neocons e l’ala libertaria per abbracciare a pieno lo stile del loro leader. Basti guardare agli accenni etnici (in chiave dispregiativa) del deputato per il 50esimo distretto in California Duncan Hunter (ha attaccato il dem Najjar, cristiano e di padre palestinese, accusandolo di aver ricevuto l’appoggio dei ‘Fratelli musulmani’), quelli del candidato alla carica di governatore in Florida DeSantis (che si è scagliato contro il rivale afro-americano Gillum) o quelli del leader repubblicano della Camera McCarthy, che ha accusato Soros, Bloomberg e Steyer (tutti di origine ebraica) di voler comprare le elezioni. Una svolta decisamente nazionalista – Trump ha esplicitamente dichiarato di esserlo – termine un tempo ripudiato dal Gop che aveva spesso fatto riferimento a quelli di ‘patriot’ o ‘american’.

Il Tycoon cambia anche i democratici, più radicali e progressisti alla vigilia delle elezioni di midterm

Ma sono anche i democratici ad aver conosciuto un’importante evoluzione nei quasi due anni di presidenza Trump. Un lasso di tempo durante il quale il partito si è spostato su posizioni più progressiste e in generale più a sinistra rispetto a quanto già lo fosse. E’ l’effetto Tycoon. Il tasto battuto, e in alcuni casi perfino abusato, in queste settimane di campagna elettorale è quello della sanità. I dem non solo difendono l’Obamacare ma si dichiarano favorevoli a una sanità pubblica e universale. E poi ancora la battaglia sui minimi salariali e sui college pubblici e gratuiti, temi letti in chiave decisamente più radicale. In pieno ‘stile Trump’, solo che sul versante opposto. E si fa riferimento ai possibili candidati alle presidenziali del 2020, si nota come una buona parte siano democratici progressisti.

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