Manovra, Dombrovskis minaccia il governo: rischia sanzioni

Entro martedì il governo deve inviare a Bruxelles una correzione della manovra ‘considerevole’. Non dovesse farlo andrà incontro a una procedura d'infrazione. E' il messaggio che la Commissione Ue e i ministri dell'Economia europei, unanimi, consegnano a Giovanni Tria

BRUXELLES – Arriva l’ennesimo monito da Bruxelles sulla manovra del nostro Governo. E’ ancora Dombrovskis a sparare a zero: “Va corretta in modo considerevole – dice – Se non cambia pensiamo a procedura”.

Entro martedì il governo deve inviare a Bruxelles una correzione della manovra “considerevole”. IN caso contrario andrà incontro a una procedura d’infrazione. E’ il messaggio che la Commissione Ue e i ministri dell’Economia europei, unanimi, consegnano a Giovanni Tria.

L’austriaco Hartwig Loeger si mostra “fiducioso” che a Roma qualcosa cambi, magari che il documento di bilancio venga rispedito con qualche decimale in meno di deficit.

Tria tra l’incudine e il martello

Ma l’immagine di Tria che, come già un mese fa, lascia in anticipo la riunione Ecofin, senza parlare con la stampa, sembra ritrarre la difficoltà dei ‘pontieri’ che proveranno fino all’ultimo a scalfire il muro del ‘non si cambia’ innalzato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Non si torna indietro

La manovra, rivendica Giuseppe Conte, realizza l’80% del contratto di governo e confida anche, che quando sarà spiegata bene anche lo spread scenderà. E così nell’esecutivo già ci si proietta sulla ‘fase due’. Comincerà quando la procedura d’infrazione sarà aperta e si tratterà per provare a dilatare i tempi ed evitare le sanzioni. In un momento assai delicato per i gialloverdi, alle prese con uno scontro durissimo sulla giustizia, dovrebbe essere un vertice di Conte e del ministro dell’Economia con i vicepremier a decidere se si invierà davvero a Bruxelles una ‘fotocopia’ della legge di bilancio.

Non c’è accordo

Il fatto che Pierre Moscovici e Dombrovskis chiedano a Roma una risposta ‘forte e precisa’, con una correzione ‘considerevole’ del deficit, sembra bocciare lo sforzo che il governo rivendica di aver fatto definendo il 2,4% di deficit come tetto massimo. Serve di più, dice l’Europa. Ma che Conte annunci l’avvio delle due misure più costose, reddito di cittadinanza e ‘quota 100’, nei primi mesi del 2019, non lascia margini a modifiche forti. E’ difficile che l’Ue cambi idea grazie alle riforme “strutturali” annunciate dal premier e i tagli, forse automatici, di spesa in caso di crescita bassa.

Le date

Entro il 13 alla Commissione dovrà essere inviata una bozza aggiornata del documento di bilancio e una lettera sul debito, che indichi i fattori rilevanti sullo scostamento.

Il 21, con il rapporto sul debito, potrebbe arrivare la bocciatura Ue. Ma l’avvio della procedura d’infrazione è atteso a dicembre o – sperano a Roma – a gennaio. Seguiranno una serie di passaggi formali che potrebbero portare al giudizio finale tra febbraio e aprile. L’Italia potrebbe essere condannata a un piano di riduzione del debito (forse molto pesante) e anche a sanzioni.

Tria fiducioso

E’ nel tempo che passerà dall’apertura della procedura alla ‘sentenza’, che il governo punta ad aprire la vera trattativa. C’è “qualche disaccordo con l’Ue ma un dialogo costruttivo proseguirà afferma il ministro dell’economia Tria – Il governo confida di riuscire da un lato a dilatare il più possibile i tempi del confronto, dall’altro a evitare le sanzioni”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome