ROMA – Andare in pensione sfruttando al famosa quota 100, conviene? Sembrerebbe proprio di no. Lo ha fatto capire Giuseppe Pisauro, nel corso dell’audizione ieri nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il Presidente dell’Upb, ha spiegato che dalla spesa prevista si può dedurre che, anche secondo il governo, per una quota della platea potrebbe non convenire andare in pensione con quota 100. Nella stima dell’esecutivo sulla spesa necessaria per introdurla nel sistema previdenziale (6,7 miliardi di euro), è infatti incorporata l’idea che “la metà delle persone che potrebbe utilizzare la misura non vada in pensione. Speriamo che ad alcuni non convenga perché altrimenti – ha sottolineato – la spesa sarebbe di 13 miliardi di euro”.
Le cifre
L’Upb fa infatti i conti dell’impatto di quota 100 della riforma sulla spesa pensionistica. L’introduzione della misura “potrebbe potenzialmente riguardare nel 2019 – si precisa – fino a 437.000 contribuenti attivi. Qualora l’intera platea utilizzasse il canale di uscita appena soddisfatti i requisiti potrebbe comportare un aumento della spesa pensionistica lorda stimabile in quasi 13 miliardi nel 2019 e sostanzialmente stabile negli anni successivi”.
La stima
“Questa stima – si chiarisce poi – non è ovviamente direttamente confrontabile con le risorse stanziate nel Fondo per la revisione del sistema pensionistico per vari fattori: dal tasso di sostituzione dei potenziali pensionati con nuovi lavoratori attivi a valutazioni di carattere soggettivo (condizione di salute o penosità del lavoro) o oggettivo (tasso di sostituzione tra reddito e pensione, divieto di cumulo tra pensione e altri redditi, altre forme di penalizzazione)”.
La disparità di vedute
I conti dell’Upb non tornano però al sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon. ”Chi andrà in pensione con quota 100 non subirà nessun taglio – garantisce – Non ci sarà nessuna penalizzazione sulla rata pensionistica. La nostra proposta, a differenza delle altre, presentate anche nella scorsa legislatura e proposte anche in questa fase di manovra dall’Inps, non toglierà nulla a chi andrà in pensione anticipatamente”.
Il chiarimento
“E’ chiaro che chi uscirà con quota 100 avrà una rata pensionistica basata sugli effettivi anni di contributi e non anche sugli anni non lavorati”, spiega ribadendo come “stiamo portando avanti una riforma giusta, che permetta agli italiani di godersi la pensione e che al tempo stesso non gravi troppo sui costi”. E proprio in questo senso, conclude: “ribadisco che la spesa sarà circa la metà di quanto oggi ipotizzato dall’Upb ma apprendiamo invece con interesse che l’ufficio parlamentare di bilancio misuri il 50% dell’effettivo tiraggio di quota 100”.