C’è una terra che puzza di spazzatura, dove nell’aria da anni si propagano fumi e veleni. E la gente che li ha respirati è morta di cancro. C’è una terra nella quale per non morire di cattiva sanità si preferisce farsi curare altrove, per recarsi lì dove i reparti funzionano e non c’è pericolo che piova al loro interno, le cure sono adeguate e il personale è in numero sufficiente per garantire la giusta assistenza. C’è una terra dalla quale giovani talenti, laureati e brillanti, sono fuggiti via perché non c’è opportunità per loro. C’è una terra dove un corso di formazione viene chiamato lavoro, ma che è solo il viatico per rinfoltire fila già nutrite di precari. C’è una terra, la nostra terra, la nostra amata Campania, ricca di risorse, materie prime, talenti ed eccellenze in ogni campo, ferita a morte e svilita dai giochetti di una classe politica che si avvicenda da decenni sotto bandiere diverse e un unico fine: la conquista di poltrone e potere. Sulla pelle, la salute e la dignità di tutti noi.
Hanno nomi e cognomi i protagonisti della “questione campana”. Antonio Rastelli, Antonio Bassolino, Stefano Caldoro, Vincenzo De Luca. Il loro comuni denominatore sono quei personaggi che dietro le quinte hanno tessuto la trama dei trionfi elettorali di ciascuno. Vecchi arnesi della peggiore politica della nostra storia come Ciriaco De Mica, pluripregiudicati e pluricondannati come Nicola Cosentino. Da tre anni e mezzo siamo piombati noi tra questa gente. E la terra, la nostra terra, ha cominciato a tremare sotto i loro piedi. Noi che per una sanità migliore invochiamo un management straordinario nelle competenze e impeccabile nei valori etici che muovono la loro quotidiana opera. Che se le formiche divorano una donna intubata, se un reparto chiude per un festino, se pazienti vengono medicati sul pavimento, non puntiamo il dito sull’infermiere o il medico di turno, a cui va il nostro grazie, ma su chi li coordina ed è responsabile di un’organizzazione troppo più grande dell’unica riga di curriculum che hanno, ovvero l’appartenenza politica. Se le formiche per sette giorni divorano una donna intubata, la colpa è di chi ha gestito la sanità da ragioniere, da contabile, da settore coi conti da ripianare sulla pelle dei malati. La colpa è di Stefano Caldoro e di Vincenzo De Luca.
Se la Campania è agli ultimi posti per spesa dei fondi europei, la colpa è di Stefano Caldoro e di Vincenzo De Luca. Se la Campania ha la maglia nera per numero di morti post parto e morti evitabili, la colpa è di Stefano Caldoro e di Vincenzo de Luca. Che oggi sono uniti da un patto siglato martedì mattina nell’aula del Consiglio regionale. L’aula dei cittadini della Campania, dove destre e sinistra hanno dato vita ufficialmente a una campagna elettorale la cui unica strategia è quella di gettare fango sul nostro Governo e sul nostro Gruppo regionale. Caldoro accusa noi e il Governo di non aver fatto nulla in sei mesi. Noi che presto sostituiremo De Luca, ripristinando l’incompatibilità tra commissario e governatore. Noi che ci battiamo per un piano ospedaliero alternativo a quelli di Caldoro e De Luca che, per far tornare i conti, hanno chiuso reparti, smantellato ospedali, cancellato centri nascita.
Noi che proponiamo di investire ogni risorsa utile sul compostaggio, sul riciclo e sul ciclo ottimale del rifiuto urbano, in controtendenza alla stagione degli inceneritori e dei grandi impianti inaugurata da Stefano Caldoro e perfezionata dall’attuale governatore. Stagione di grandi inchieste e corruzione. Stagione, quella di Caldoro, di consiglieri che con soldi pubblici si facevano rimborsare cene galanti e cadeau, finanche tinture per capelli per l’allora pelato coordinatore del Gruppo che portava il nome dell’ex presidente della giunta regionale. Noi siamo quelli che i soldi pubblici li restituiscono. Alle scuole, alla sanità, alla nostra gente. Noi siamo quelli che, alla testa dei cittadini della Campania, spazzeremo via ogni scoria delle stagioni di Caldoro, De Luca, Rastelli e Bassolino. E la terra non puzzerà più di spazzatura. La gente non morirà per aver respirato veleni e non andrà a curarsi altrove. Le eccellenze saranno valorizzate. E i nostri talenti resteranno qui per aiutarci restituire dignità alla nostra Campania.
Valeria Ciarambino, consigliere regionale Movimento 5 Stelle