Brexit, deputato scozzese: May voleva indurre in errore Camera comuni

La prima ministra britannica Theresa May è stata accusata in Parlamento di aver cercato di "indurre in errore" i deputati sull'accordo sulla Brexit.

Picture by Pete Maclaine/ i-Images/LaPresseOnly Italy

Londra (Regno Unito), 5 dic. (LaPresse/AFP) – La prima ministra britannica Theresa May è stata accusata in Parlamento di aver cercato di “indurre in errore” i deputati sull’accordo sulla Brexit. Per aver inizialmente rifiutato di pubblicare un parere legale che avrebbe potuto rafforzare l’opposizione al testo. Durante la sessione di domande al governo, il deputato del partito nazionalista scozzese Ian Blackford ha accusato May di aver voluto “dissimulare i fatti”. Inoltre  “indurre in errore” la Camera dei comuni, opponendosi alla diffusione del parare del procuratore generale Geoffrey Cox. Ieri i deputati di Londra hanno approvato, con 311 voti favorevoli e 293 contrari, una mozione secondo cui l’esecutivo ha commesso “oltraggio al Parlamento” pubblicando solo un estratto di 43 pagine di quel parere, mentre il documento originale è costituito da centinaia.

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Di conseguenza, oggi il governo ha reso pubblica la versione integrale. Cox vi sottolinea che, per ottenere un nuovo accordo che definisca la relazione futura tra Londra e Bruxelles, il Regno Unito potrebbe essere “sottoposto a protratti e ripetuti round di negoziati”. Avvisa anche che le disposizioni relative all’Irlanda del Nord, che prevedono un allineamento delle regole all’Ue per evitare una frontiera fisica con l’Irlanda, potrebbero “durare indefinitivamente” in attesa della conclusione del nuovo accordo. Il backstop è al centro dello scontento dei deputati euroscettici, nonché del partito nordirlandese Dup, il cui sostegno è vitale per il governo di May. Questa diffusa opposizione minaccia la ratifica dell’accordo alla Camera dei comuni, nel voto previsto per l’11 dicembre.

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