Vaccini, Magrini (Aifa): “AstraZeneca sicuro, deve star tranquillo chi ha fatto la prima dose”

L'intervento del direttore generale dell'Aifa, Agenzia italiana del farmaco

Nicola Magrini (Photo Roberto Monaldo / LaPresse)

MILANO – “Il vaccino AstraZeneca è sicuro, mi sento di affermarlo anche dopo aver rivisto tutti i dati. Il rapporto benefici-rischi è ampiamente positivo”. Così Nicola Magrini, direttore generale dell’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, a ‘la Repubblica’, dopo lo stop in via cautelativa del siero in Italia e non solo. Chi ha già avuto la prima dose – chiarisce “può stare tranquillo, non deve fare niente se non segnalare eventuali sintomi al proprio medico. Le reazioni avverse, quando ci sono, si manifestano nelle ore immediatamente successive alla puntura. Dobbiamo avere fiducia nella ricerca e nel Piano vaccinale. Entro l’estate dovrebbero arrivare oltre 20 milioni di dosi al mese, e il prodotto russo Sputnik potrebbe essere valutato dall’Ema a maggio”. AstraZeneca è sicuro al pari degli altri antidoti? “È sicuro. Ma per fare il confronto tra i tre vaccini autorizzati in Europa servono ulteriori dati”, sottolinea Magrini.

“Si è arrivati alla sospensione – spiega – perché diversi Paesi europei, tra cui Germania e Francia, hanno preferito interrompere la vaccinazione dopo singoli casi recenti di eventi avversi, che hanno suggerito di fare una pausa per le verifiche e poi ripartire. È stata una scelta di tipo politico”. Magrini fa riferimento ad “alcuni decessi avvenuti tra persone nella fascia di età 40-50 anni attribuiti a supposti eventi trombotici in particolare a livello cerebrale. Questi pochi casi, dopo una prima discussione ieri all’Ema (l’Agenzia europea del farmaco) sono stati riferiti al Comitato di farmaco-vigilanza per approfondimenti. Hanno destato un’attenzione fortissima da parte dei media, anche prima che fossero resi noti i risultati delle autopsie, alcune delle quali hanno poi escluso il nesso di casualità. Ci sono stati Paesi che hanno voluto la sospensione dopo un solo decesso, come la Danimarca”.

(LaPresse)

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