Milano – La polemica sul Festival di Sanremo, l’attenzione su Claudio Baglioni e i migranti sembra pian piano scemare. Ma, pungolato praticamente ogni giorno dai giornalisti, il vicepremier Matteo Salvini non si tira indietro e continua a esprimere la sua opinione, ormai ben chiara. “Baglioni è pagato molto bene per fare il direttore artistico del festival, non per altro”, spiega a Tg2 Italia. Mettendo, ancora una volta, i puntini sulle i: “Ognuno faccia il suo mestiere. Mi fa sempre specie che ci sia chi usa un palco pubblico per esternare certe opinioni politiche”. E chi va in conferenza stampa “a contestare questo e altri governi”.
E il Capitano ne è certo: “Durante il festival qualche polemica contro il governo, contro Salvini, ci sarà”. Ma, forse anche suo malgrado, ammette che, pur non essendo presente (come invece fu l’anno scorso insieme all’allora fidanzata Elisa Isoardi), non si perderà la kermesse sanremese: “Spero lo guardino in tanti, non riesco a dire ‘non guardate’ uno degli eventi più belli”. L’importante è che sia “il Festival della canzone italiana, non dell’Unità o dei migranti”, e poi, “si può sempre usare il telecomando”.
Quasi tutti si è schierato con Claudio Baglioni
D’altra parte, il mondo dello spettacolo nella stragrande maggioranza si schiera al fianco del ‘dirottatore’ artistico. Da Fiorella Mannoia a Emma Marrone, passando per Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, in tanti, con l’hashtag #iostoconBaglioni, esprimono la loro vicinanza al cantautore romano. C’è chi, come Frankie HiNrg, trova “superfluo” spiegare i motivi del suo endorsement. Chi invece, come Simone Cristicchi, è “grato” a Baglioni: “Uno dei pochi artisti che ha sensibilizzato sull’argomento migranti, tenendo alta l’attenzione, a differenza di chi ci specula sopra”. Insomma, la maggior parte dei colleghi si schiera con Claudio. Mentre tanti utenti dei social invece continuano a chiedere di non trasformare il palco del Festival in un banchetto politico.
Polemiche o no, sembra però ormai difficile pensare che Sanremo non venga influenzato dai recenti accadimenti. Non resta che attendere per vedere se le cinque giornate di kermesse daranno ragione a Salvini oppure no.
Chiara Troiano (LaPresse)