MILANO – La Germania è pronta a restare, ma solo se la missione Sophia andrà avanti. Dopo ore di incertezza sulla permanenza di Berlino nel programma europeo per fronteggiare i flussi migratori, qualche spiraglio di luce inizia a farsi largo tra le nubi.
La strada è ancora molto lunga
Da un addio che sembrava già programmato, l’esecutivo tedesco è passata a una versione più ‘light’ della sua minaccia e ora attende “di vedere se sarà trovato un accordo per prolungare il mandato della missione” dopo il 31 marzo, riferisce un portavoce del ministero della Difesa. Che specifica: “Tutto dipende dal risultato dei negoziati”.
Un parziale dietrofront che lascia freddo Matteo Salvini
“È da sei mesi che chiediamo il cambio delle regole della missione Sophia, perché prevede che tutti gli immigrati soccorsi dovessero sbarcare in Italia“, dice infatti Il vicepremier. “Se ora qualcuno, pensando di fare un fanno al nostro Paese, si sfila, per noi non è assolutamente un problema. Ce ne faremo una ragione“.
Questa eventualità preoccupa, invece, il ‘socio’ di governo, Luigi Di Maio. Perché il capo politico del M5S è convinto che “la missione Sophia deve continuare”, cambiando alcune condizioni. Una su tutte: “Gli altri Paesi del Mediterraneo devono aprire i porti“.
Una posizione che lascia il ministro del Lavoro in equilibrio sia con la Lega, sia con le istituzioni continentali. Basta rileggere le dichiarazioni del presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, per rendersene conto. “Sophia ha un senso perché ha un coinvolgimento europeo per soccorrere la gente in mare, non ha senso l’accordo che tutti quelli salvati in mare vengono in un solo Paese, l’Italia“, dice negli studi di ‘Porta a porta’, sottolineando che gli accordi vanno rivisti.
Salvini, però, tira dritto e attacca l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri e la Sicurezza, Federica Mogherini: “Chiedete a Renzi il senso di questa nomina, che non ha portato nessun riscontro concreto per l’Italia. La sinistra è riuscita a farci rappresentare in Europa da qualcuno che un quarto d’ora dopo si è dimenticato di essere italiana“.
Il ministro dell’Interno ne ha per tutti, anche se continua a privilegiare i soliti ‘bersagli’ politici. “L’unico Paese che avrebbe avuto convenienza a uscire da Sophia era l’Italia, se Macron e Merkel sfilandosi pensano di farci torto, si sono fatti un dispetto da soli“.
A distanza gli risponde il ministro della Difesa tedesco, Ursula Von der Leyen, garantendo che il suo Paese “continua a sostenere la missione” navale europea, ma a patto che vengano “chiariti politicamente” target e criteri operativi. Anche perché, accusa l’esponente del governo di Berlino, il centro di comando italiano ha inviato la nave tedesca negli angoli più remoti del Mar Mediterrano.
Nel fuoco della polemica, Giuseppe Conte prova a fare il pompiere
Il premier, a Davos per il World Economic Forum, spiega infatti di aver ricevuto rassicurazioni sulla permanenza della Germania direttamente dalla cancelliera, Angela Merkel.
Ma dalla Commissione Ue è il responsabile del dicastero europeo per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, a lanciare un messaggio chiaro e forte, spostando il cerino nelle mani di Roma: “Se l’Italia, che è al comando, decide di mettervi fine, spetta a lei deciderlo“. La partita è ancora aperta.
(LaPresse)